Che un giovane scrittore di gialli sia anche un insegnante di biologia e geologia è alquanto accattivante, che poi abbia deciso di “scrivere” per avvicinare le persone alla lettura, è disarmante.
Eppure Jeronimo Tristante riesce ad imprimere al suo giallo classico un’ arguzia suggestiva.
Il suo protagonista, Victor Ros, è un ex borseggiatore scaltro e dalla mente scientifica, che riscattato dal suo “mentore”, Don Armando, diventa un esemplare e rampante ispettore di polizia.
Nella Spagna di fine ‘800, nella Madrid seducente ed altalenante tra tradizione e modernità, si articolano con eleganza le indagini di due casi paralleli : il tentato omicidio nella dimora della famiglia Aranda ed i delitti di prostitute.
Una lotta tra il bene e il male, tra apparenza e realtà, tra lusso e povertà, tra fallimento e rivalsa, tra superstizione e scienza, in cui Victor stesso pare il “predestinato” per eccellenza, come se la sua bravura avesse un conto da scontare, un prezzo da pagare, forse troppo alto anche per un tenace ispettore di polizia.
Uno stile descrittivo e minuzioso, un’indagine che assiduamente raccoglie ed elabora indizi e informazioni, come a voler sottolineare che ad ogni comportamento c’è sempre una spiegazione.