Il libro dei sette sigilli – Barbara Bellomo



Barbara Bellomo
Il libro dei sette sigilli
Salani
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Una cavalcata attraverso i secoli che diventa una corsa a perdifiato per salvare l’umanità sopravvissuta fino a oggi. È l’idea centrale di questo romanzo che in sé, forse, nella trama non è originale e magari non vuole esserlo, ma diventa una specie di vortice che dopo i primi capitoli trasporta i lettori, pagina dopo pagina, fino all’epilogo niente affatto scontato.
L’ultima fatica letteraria di Barbara Bellomo è un thriller storico con punte di fantasy che dovrebbe essere letto da chi ama poco il genere, perché solo così si può essere trascinati, proprio malgrado, dentro la magia di una storia fantastica che non perde mai di vista i riferimenti storici.
La trama è complessa come si addice a un romanzo “matrioska” che ne racchiude un altro con forti balzi spazio temporali.
La protagonista, la scrittrice Margherita Mori, quasi modellata dall’autrice su se stessa, ha trovato lo spunto per scrivere il suo ultimo romanzo dentro una teca di cristallo della Biblioteca Nazionale di Roma. Si tratta del manoscritto di un religioso irlandese vissuto nel 1600, padre Haley McGrath, nel quale si dà corpo ai versetti dell’apocalisse che parlano di un antico rotolo chiuso da sette sigilli, ognuno dei quali corrisponde a un’immane catastrofe destinata ad abbattersi sull’umanità.
Sembrerebbe a prima vista uno spunto pseudo storico come un altro, preso da quella miniera che è l’Apocalisse a cui da anni attingono molti autori di thriller che seguono le orme di scrittori famosi come Glenn Cooper.
Margherita, che è afflitta da una strana patologia che la costringe a ricordare tutto quello che le capita nei minimi dettagli, cosa che avrà la sua importanza nella storia, ha scritto un libro che sembra avviato a diventare un bestseller fin dalla presentazione, e qui viene il bello perché il romanzo che lei, spunto a parte, è convinta che sia interamente scaturito dalla sua fantasia, mette in modo una serie di eventi tanto tragici quando inspiegabili, a cominciare dall’omicidio di un gesuita, padre Costarelli, che la prende troppo sul serio e, convinto che la scrittrice abbia potuto mettere gli occhi anche sulla parte sconosciuta del manoscritto, le fissa un appuntamento.
Purtroppo quando il sacerdote va a controllare alla Biblioteca , il rotolo non è più nella sua teca e il gesuita due giorni dopo l’incontro con Margherita viene trovato morto in circostanze così poco chiare che il decesso sarà oggetto di un’indagine della quale viene incaricata Erika Cipriani, giovane ufficiale dei Ros, il corpo per le indagini speciali dei carabinieri.
Colpi di scena e continui salti nel passato remoto si alternano in questo romanzo scritto con mano sicura e grandi capacità divulgative dalla Bellomo, giovane autrice che, da brava professoressa di liceo specializzata in storia antica, non perde l’occasione per narrare episodi storici sconosciuti ai più, come la distruzione del tempio di Gerusalemme e il suicidio collettivo degli Zeloti a Masada.. Davvero una marcia in più per un archeothriller molto godibile, nel quale storia e mito percorrono insieme un lungo tratto di strada, dal 66 d.C alle crociate e poi ai giorni nostri.

 

Adele Marini

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