Nell’attesa del suo incontro online di domani lunedì 30 novembre alle ore 18.00 con Sebastiano Triulzi per parlare di La salita dei saponari, finalista al Premio Scerbanenco, riproponiamo la nostra recensione a La salita dei saponari.
Un cubano americano con cittadinanza italiana ma residente in Svizzera viene trovato morto nel parcheggio dell’areoporto di Catania. Ecco il caso giusto, la rogna suprema che tanto piace al Vice questore aggiunto Vanina Guarasi.
Vice questore che però al momento del ritrovamento del cadavere si trova distaccata alla sezione catturandi di Palermo per seguire gli sviluppi di un caso di cui si era occupata anni prima.
Ma perché Vanina si entusiasma per un caso tanto problematico che, date le varie cittadinanze già fa intravedere lungaggini burocratiche, casini a catafottere e altre cose che chiunque eviterebbe volentieri, dato che per di più il morto in questione puzza subito di affari poco leciti?
Perché Vanina ha bisogno di non pensare, di non sentirsi sempre spaccata a metà tra il ricordo di un passato doloroso che non riesce a chiudere e un presente di forzata e deliberata solitudine che cerca di scacciare con maratone cinematografiche e ingozzandosi di cose buonissime ma assai caloriche. Dicotomia ben rappresentata anche dalle sue due città, Palermo e Catania, che rappresentano appunto le due vite di Vanina: Palermo è il passato alla catturandi, la guerra alla mafia, la morte del padre e l’amore che lei ritiene impossibile per il suo Paolo, magistrato sotto scorta a cui ha salvato la vita in un agguato, e Catania, il presente di omicidi, più tranquillo ma forse non tanto soddisfacente.
Ma se anche lei volesse abbandonare il passato, non è detto che il passato voglia liberarsi di lei e, mentre conduce l’indagine sui morti di Catania( sì, il cubano non è l’unico) alcune ombre si allungano su di lei…E la muntagna, l’Etna, sta a guardare…
La salita dei saponari è il terzo libro con protagonista Vanina Guarasi e si vede…Se nel primo libro, Sabbia nera, avevamo visto il primo approccio, la prima bozza del personaggio che già prometteva tantissimo e nel secondo , La logica della lampara, avevamo assistito al suo assestamento nella storia, in La salita dei saponari abbiamo una Vanina che si prende prepotentemente la scena come personaggio a tutto tondo, dura nelle sue fragilità, coadiuvata da una squadra di comprimari a cui l’autrice ha ben oliato gli ingranaggi, rendendoli degni compagni in una storia che va al di là della semplice trama gialla .È il racconto delle vite di un gruppo di persone che l’occhio della Cassar Scalia segue anche nel loro privato, raccontandoci gli uomini con le loro fragilità e debolezze. Fa tenerezza l’amore che traspare nella descrizione del commissario Patanè, il vecchio sbirro in pensione con moglie gelosissima, che coadiuva Vanina nelle indagini. Sono fatti della stessa pasta loro, sbirri una volta , sbirri per sempre, fino al midollo. Per sentirsi vivi, utili, impegnati. Come è dolcissima Bettina, l’anziana vicina di casa di Vanina, spacciatrice di non modiche dosi di manicaretti e affetto, non richiesti ma molto ben accetti.
Anche la scrittura sembra cambiata, più sciolta, decisa, forse con meno paure e più sicurezza, tali anche da dare più spazio al dialetto siciliano senza più forse il timore di paragoni con altri autori.
Insomma, direi che ormai è difficile fare a meno delle storie del vice questore aggiunto Vanina Guarasi.
Tutti gli incontri saranno visibili sui canali social del festival e sulla pagina Facebook di MilanoNera