Nelle spaventose e spesso brutali pagine di Ephemera di James Hazel passato e presente si intrecciano continuamente rischiando di replicare eventi terribili e indimenticabili.
1945, la guerra si è ormai conclusa. Ma Albert Ruck ha ancora un compito da portare a termine, l’“operazione ephemera”, che lo spinge ad interrogare un medico nazista, il dottor Schneider, responsabile di innumerevoli morti nel lager di Buchenwald. Schneider è infatti intenzionato a produrre un nuovo veleno, derivato dalla stricnina, in grado di provocare alla vittima un dolore straziante e infinito. Ruck è costretto però a rinunciare troppo presto al suo caso: il medico viene trovato morto pochi giorni dopo l’interrogatorio.
Sono trascorsi più di settant’anni dalla fine del conflitto, un salto temporale non indifferente. Charlie Priest, ex ispettore di polizia e avvocato, viene aggredito nella sua abitazione da un uomo che fingendosi un agente di polizia gli ordina di consegnare una misteriosa chiavetta usb, di cui Priest non conosce nemmeno l’esistenza. Nei giorni successivi, l’avvocato viene assunto dall’imprenditore di una delle più importanti case farmaceutiche del Regno Unito, Kenneth Ellinder, per indagare sull’assassinio del figlio Miles. Il corpo in fin di vita del ragazzo è stato trovato nei magazzini dell’ufficio del padre: la vittima aveva in bocca un’ephemera. Miles non è altro che l’aggressore di Priest, che ora diviene uno dei principali sospettati e per dimostrare la propria innocenza si ritrova ad indagare sull’Ephemera, l’organizzazione di cui il colonnello Ruck molti decenni prima doveva occuparsi.
L’ex ispettore di polizia viene quindi catapultato violentemente in una fitta rete di segreti vecchi quasi cento anni, che sarà costretto a svelare per evitare che si dimentichino gli orribili errori di un passato non così lontano dal presente.
James Hazel al suo esordio letterario sembra intenzionato a non far mancare nulla al proprio lettore, costruisce un thriller dalle tinte horror in cui ansia e suspense sono protagoniste, accompagnate però da una buona dose di cruda ironia che ne arricchisce l’insieme. Hazel conduce il suo pubblico in un viaggio infernale, sciogliendo pian piano i vari enigmi del puzzle e svelando solo alla fine i pezzi cruciali per ricostruire l’intera Storia. Charlie Priest, grazie soprattutto alla sua indole solitaria ma allo stesso tempo socievole e divertente, viene apprezzato dal proprio lettore che vede in lui un uomo comune, amante dell’azione e delle buone cose.
Continui flashback in un passato terrificante si intrecciano a un presente oscuro e misterioso, in un gioco continuo a cui Priest deve porre fine a tutti i costi.