Raffaele Carlettini, conosciuto soprattutto per traduzioni e raccolte poetiche, pubblica un romanzo d’esordio – nato da lunghe ricerche storico-linguistiche – dove la fantasia interagisce con un passato ormai remoto e un’ideologia filosofica e religiosa ben precisa, alimentata da una solida convinzione personale.
Carlettini tratta un tema difficile e spinoso come la veridicità dei Vangeli, dandogli l’allure del romanzo con personaggi interessanti aggrappati alla realtà, ma pronti a spiccare il volo con le ali dell’intellettualità e del sapere. La trama, va detto, ricorda il bestseller di Dan Brown, ma per ognuno degli autori che ha voluto, vuole o vorrà cimentarsi con il cristianesimo e le sue radici, il confronto sarà crudele ed eterno – temo – come una maledizione divina. Le differenze ci sono, chiaramente, e sono soprattutto sulle spiegazioni meno nozionistiche e meno frettolose circa gli studi realmente condotti dall’autore sui Vangeli e sui personaggi che vi appaiono.
Il protagonista è Indro Giglio, un io narrante che ripercorre attraverso l’analisi storica gli avvenimenti della Bibbia; grazie al fratello prete, questi fatti si intrecceranno presto con la storia della sua stessa famiglia. L’ostilità di altri studiosi e la preziosa collaborazione della donna amata lo condurranno al traguardo e alla scoperta della verità.
Nel romanzo, l’autore parla anche delle scoperte riguardanti la storia della propria famiglia, vicende venute alla luce parallelamente agli studi sui Vangeli e sulla figura del Cristo, a partire dallo stemma che è all’origine del cognome stesso.
Una lettura piacevole, dai risvolti affascinanti e molto ben scritta, una vicenda in cui Raffaele Carlettini ha messo tutto se stesso. È questa, forse, è l’unica “ingenuità” di questo romanzo d’esordio. La vena di poeta, comunque, trova vita e grande spazio nelle descrizioni emozionanti dei paesaggi e nei pensieri dedicati alla donna amata.
E poi, chissà: a casa Carlettini potrebbero anche offrirvi da bere direttamente nel Graal…