Alzi la mano a chi non è mai capitato di essere immerso in un sogno particolarmente angoscioso, ma anche molto vivido e realistico e non si è svegliato di soprassalto mormorando: “Ah, era tutto un sogno…”
Nessuno, credo.
Il protagonista del nuovo romanzo di Andrea Vitali, Documenti, prego si trova a vivere un’esperienza come quella descritta poc’anzi. Lui è un uomo d’affari di successo, rappresentante di una grande azienda che commercia un po’ di tutto e in odore di entrare ben presto a far parte del consiglio di amministrazione, che al ritorno da un viaggio d’affari viene invitato da uno strano personaggio a mostrare i documenti e poi a seguirlo in un viaggio che termina in un tetro edificio senza finestre.
Per fortuna è tutto un sogno. O forse no?
Questo racconto di Vitali lungo solo un’ottantina di pagine è scritto con la chiarezza e l’abilità narrativa a cui l’autore lariano ci ha abituati, ma è diverso dai precedenti romanzi popolati da personaggi più o meno realistici, ma tutti solidamente radicati sulle rive del lago di Como. Documenti, prego è ambientato in una grande città industriale e sulle autostrade che collegano questa città con il resto del mondo, ma tutto è sfumato e incerto tanto che si potrebbe dire che abbiamo a che fare con un non-luogo che funge da teatro a una sorta di alienazione dei personaggi che sono raffigurati come tipi fisici (il miope, il baffetto) e senza alcun nome.
C’è un che di kafkiano in questa storia che si legge tutta d’un fiato, ma anche qualcosa che rimanda a Freud e agli incubi dei film di Hitchcock e che, sebbene non faccia di questo romanzo un giallo psicologico nel senso classico, rende la storia intrigante e spinge il lettore ad andare avanti nella lettura accrescendo in lui il desiderio di sapere ciò che succederà alla fine.
Ci si appassiona alla sorte del protagonista, si parteggia per lui, si prova un senso di inquietudine quando si trova in una situazione che pare senza via di uscita e si prova un senso di soddisfazione quando tutto sembra andare per il meglio. Tuttavia nulla è certo. E se fosse tutto un sogno?
Documenti, prego – Andrea Vitali
Rita Garzetti