Bunny boy – Lorenza Ghinelli



Lorenza Ghinelli
Bunny boy
Marsilio
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Lorenza Ghinelli in Bunny Boy (Marsilio ed., pp 256) ci permette di incontrare di nuovo i protagonisti di Tracce dal silenzio: Nina, una bambina rimasta sorda a seguito di un trauma, il fratello Alfredo, sedicenne timido e introverso, Nur  e Rasha, due ragazze afghane compagne di classe di Alfredo. Il mistero e il brivido intorno a Nina si intensificano, la ragazzina non riesce più a dormire e il suo sonno è disturbato da presagi. Le immagini che rendono per Nina insonne e che le fanno temere il momento in cui deve chiudere gli occhi sono collegati ad un macabro ritrovamento: il corpo di un uomo senza cuore e mani è stato abbandonato in un pozzetto per la raccolta dell’acqua piovana. I genitori della bambina temono che quelli che secondo loro sono incubi siano solo un elaborazione del trauma per Nina e decidono di farle riprendere la terapia. Sarà chiaro sin da subito per i lettori però che le scene che tormentano la ragazza non sono solo brutti sogni, tra Nina e l’omicida – che rimuove arti, occhi e cuore alle sue vittime – c’è un file rouge. Ma perché? La trama ci conduce a capire come questo killer siano stato spezzato, come un bambino possa poi trasformarsi in un uomo crudele, sadico. Cosa lo ha cambiato? Chi non ne ha protetto l’innocenza? La narratrice riporta in questo secondo romanzo con Nina, Alfredo&co. gli ambienti profondamente neri a cui ci ha abituati con il libro precedente. Nella scrittura della Ghinelli si sentono i profondi riferimenti culturali che caratterizzano l’autrice, sceneggiatrice televisiva, diplomata in fotografia e grafica pubblicitaria e laureata in Scienza della formazione. Quest’ultimo elemento emerge nella scelta dei suoi protagonisti, nelle analisi dello sviluppo di questi bambini/adolescenti e delle dinamiche tra di loro e tra loro e gli adulti che li circondano, che non li ascoltano e che sono convinti di sapere cosa pensano, come si sentono e come sono. I poteri extrasensoriali di Nina sono un messaggio forte di come i bambini, spesso sottovalutati o poco considerati, siano più attenti, perspicaci e reattivi di genitori, insegnanti e altri adulti. Anche se ci si trova in un thriller abbastanza crudo, la scrittura della Ghinelli è ponderata, non si concede eccessi, è morbida, ed avvolgente. 

Eleonora Aragona

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