Saz Martin è un’investigatrice. Un mestiere come un altro, non proprio alla portata di tutti, d’altra parte lei ci è arrivata scartandone molti altri. Ormai non è raro che ad investigare siano rappresentanti del gentil sesso, anzi già nel giallo più classico compariva una donna nella figura di Miss Marple. Saz, però, è un’investigatrice dei giorni nostri, dichiaratamente lesbica, che ha avuto una figlia, la piccola dolce Matilda, con l’adorata compagna Molly. Fin qui le cose rientrano in un normale corso, ma per chi avesse già letto gli avvincenti romanzi della scrittrice inglese Stella Duffy non è una sorpresa trovare Saz invischiata in un caso complesso, da cui non può uscire illesa. Se in precedenti indagini era stata provato duramente il suo corpo, martoriato da tremende ferite, questa volta è la sua anima a farne maggiormente le spese. Infatti, il caso che le capita fra capo e collo – quando avrebbe deciso di rinunciare al suo lavoro di investigatrice per occuparsi della figlioletta – viene dal passato. Le ha telefonato Will Gallagher, un vecchio compagno di scuola, ora star televisiva, perché il suo futuro di celebre presentatore sarebbe messo a rischio da oscure ombre che appartengono agli anni della scuola, quando entrambi facevano parte di un gruppetto di adolescenti incattiviti e aggressivi nei confronti del resto del mondo, ma soprattutto nei confronti dei più deboli. Finché un giorno non era avvenuta una vera e propria tragedia e le loro strade si erano divise, per tornare ad incrociarsi quando meno se lo sarebbero aspettato. Anche Saz ha dei cadaveri nell’armadio che non vuole vengano allo scoperto e accetta, suo malgrado, di aiutare Will. A quanto pare, però, non si può sfuggire dai fantasmi del passato, ma in particolare dalle colpe che si è cercato semplicemente di dimenticare. Costruito in un gioco di rimandi fra passato e presente e con voci diverse che prendono la parola, questo ultimo romanzo della Duffy, che vede concludersi la serie con protagonista Saz Martin (tutta edita da Marsilio), offre una storia sempre avvincente e con un ritmo serrato, che lascia con un retrogusto molto amaro, con una azzeccata riflessione su quei quesiti esistenziali che restano per tutti, troppo spesso, senza risposta.
Bocche di donna
benedetta giorgi pompilio