Torna l’ispettore Gerri Esposito, già conosciuto e amato in “I figli sono pezzi di cuore”.Rientrato in servizio dopo la convalescenza per le vicende narrate nel primo libro, sembra che il suo carattere sia quasi peggiorato. Le sue ferite però non sono solo fisiche. Ce ne sono di antiche e profonde,che sembrano insanabili. Gerri è di origine rom, abbandonato da bambino in un negozio, è stato cresciuto da un prete molto poco convenzionale e da una donna che ha voluto cambiargli nome, per cercare di assicurargli un futuro diverso. Ma quel bambino abbandonato e solo è ancora là, dentro di lui, e cerca sempre risposte. E il Gerri adulto non riesce a non sentirsi fuori posto, un corpo estraneo in qualsiasi luogo, una casa senza fondamenta, un albero senza radici. Non ha un posto dove tornare, affetti a cui rivolgersi, legami a cui attaccarsi.
E anche la sua sregolata vita sentimentale pare essere conseguenza del suo sentirsi solo: è alla continua ricerca di un amore, ma forse quello che veramente cerca non è un amore futuro, ma un amore passato, un affetto che gli è mancato, un posto a cui tornare e nel quale rifugiarsi.
Ancora una volta le vicende personali e investigative si intrecciano, perché Gerri sente ogni caso con sensibilità diversa da quella dei colleghi. Soprattutto questa volta, dove le vittime sono bambini. E il bambino che c’è in lui lo spinge a cercare giustizia con più tenacia degli altri perchè c’è un corpo martoriato a cui dare un nome e altri bambini da salvare, in una estenuante corsa contro il tempo.
Una storia noir con un intreccio coinvolgente e incalzante ambientata in una terra ricca di storia, tradizioni e credenze popolari, che ha un protagonista originale, ben costruito e delineato, affascinante e dolente, che riesce a essere forte e terribilmente debole allo stesso tempo. Notevole la misura e la sensibilità con la quale l’autrice riesce a descriverlo calibrandone tutti gli aspetti e rendendolo così decisamente credibile. Ancora una volta Giorgia Lepore ha raccontato una storia che entra nel profondo, scandagliando l’animo umano e, come dice Carrisi in copertina “scava dentro di voi con le parole.Questa storia è un magnifico e terrificante battito del cuore
Angelo che sei il mio custode
Cristina Aicardi