Monaco, un agosto degli anni Trenta del secolo scorso. Il nazionalsocialismo è in arrivo ma i tempi sono già molto caldi. E non solo per la stagione. Paul Kajetan da ispettore di polizia si è trasformato in detective privato. Troppa la corruzione che vede scorrere sotto di sé e poca la simpatia che riscuote, anche dai suoi superiori, per lo zelo che mette nelle inchieste. Per lui c’è stata solo una bella radiazione. Intanto gli omicidi politici connotano la grande città bavarese.
Lui intanto se la deve vedere con una tempesta di neve che, sul confine austriaco, quasi lo fa secco e, tra capo e collo, con un’accusa di omicidio di un locandiere, tale Thanneiser. E che orrenda fine hanno fatto fare al poveraccio.
Kajetan tuttavia ha la fortuna di essere preso dal commissario del luogo che, una volta accertatosi chi è veramente l’arrestato, gli propone uno scambio: nessuna consegna alla polizia di Monaco contro la soluzione del caso e la consegna del vero assassino. Il detective non ha via di scelta e si mette a indagare, partendo dalla piccola comunità di Zellach.
Assistente alla regia, drammaturgo, sceneggiatore, regista, restauratore di film classici, Robert Hültner la materia della narrazione la conosce non fosse altro per quotidiana frequentazione. Oggi è considerato uno dei più fini scrittori tedeschi e i romanzi con protagonista l’investigatore privato Kajetan hanno determinato la sua fama. Questo Tempesta di neve prova la ragione di tanta celebrità . Una storia che, dentro il razionale e disumano ordine dell’universo hitleriano, porta alla luce tutto ciò che di irrazionale e disordinato quella disciplina esistenziale non ha saputo vincere: la disperazione, le congiure di palazzo, la corruzione. Il tutto condito con il sugo delle persecuzioni politiche.
Lettura coinvolgente, a tratti addirittura divertente per humour, struttura parecchio cinematografica (e ti credo…). Quando la narrazione sconfina il limite formale del genere.