Nel freddo glaciale, un imprevisto, un incarico insolito imposto a Jacob Roumann, medico austriaco: farsi dire prima dell’alba, prima di un’esecuzione, nome e grado da un prigioniero italiano, ma che rompe la monotonia di una trincea austriaca sul Monte Fumo. La notte tra il 14 e 15 aprile 1916 e una strana atmosfera quasi irreale faranno da cornice al suo colloquio con un interlocutore sconosciuto, con il tragico ricordo del Titanic presente dall’inizio alla fine e che sembra invocare sacrifici in suo nome. Un duetto senza via d’uscita, un duello a carte dispari, ma che si concluderà senza vinti né vincitori, solo sconfitti. Una lunga storia che si trascinerà per ore, trasformando il dottore nell’attonito, ma attento uditorio di uno straordinario cantastorie. Personaggi: Guzman un affabulatore o meglio un incantatore di parole, Isabel una misteriosa bellissima ragazza, Dardamel, un inventore di stravaganti strumenti musicali, che ha saputo creare una musica speciale: una poesia di note, un tango e Davì, un collezionista di persone e sentimenti. Un coktail che incuriosisce e scatena la fantasia… Un romanzo che poggia sul fumo: il nome del monte, quello aromatico dei sigari di tempi migliori, come quello eccezionale di Rabes in mano al viaggiatore sconosciuto del Titanic, delle tante sigarette del passato, di tutte quelle accese nella lunga notte di veglia prima della fucilazione. Ormai cosa lontana e quasi inimmaginabile in un mondo, il nostro, che ha demonizzato il fumare. E, a far da corollario, la donna dei fiori di carta. Per il dottore la donna dei ricordi, della memoria, la donna dell’amore. E quindi anche una storia d’amore, ma anche un vero noir con il suo mistero nascosto diabolicamente fino alla fine, ventun anni dopo, e perché il 6 maggio 1937, giorno in cui si conclude l’ultimo capitolo del romanzo, lo Zeppelin Hindeburg, detto il Titanic dell’aria, al termine di una difficile traversata atlantica prese fuoco appena attraccato al suo ormeggio di New York e il crudele bilancio fu di 36 morti su 97 passeggeri. Francamente mi è piaciuto e mi levo il cappello davanti all’inventore del noir poetico rosato!
La donna dei fiori di carta
patrizia debicke