Con Lo specchio del barbiere, Gianni Simoni ci offre un gradito ritorno e la terza indagine dell’ex Giudice Carlo Petri e della sua simpatica squadra, capitanata dal commissario Miceli.
La bella e giovane ispettrice Grazia Bruni, che sostituisce il commissario Miceli, si trova per le mani due casi: il corpicino di un neonato rinvenuto in un sacchetto di plastica dentro un cassonetto e un rapinatore ucciso a colpi di pistola in una elegante tabaccheria del centro di Brescia…
Per la morte del bambino si segue testardamente una pista non facile, per la storia del rapinatore la legittima difesa traballa e fa ipotizzare l’omicidio volontario…
Mentre le indagini segnano il passo, il nostro amico Petri, dopo aver superato una brutta bronchite, è in vacanza in una pensione di Montisola, per respirare l’aria buona e ristabilirsi. Ma il suo soggiorno è turbato da fatti strani. La proprietaria della pensione è terrorizzata… Qualcuno la perseguita. Chi la minaccia?
Poi, ironia della sorte, a rovinare la sua vacanza ci si mette anche la lettura mattutina del Giornale di Brescia. I titoli e i resoconti a chiare lettere spiegano che il signor Molossini, il tabaccaio dal quale pochi giorni prima ha comprato due pipe, è l’uccisore del rapinatore ed è stato arrestato .
I dubbi e la curiosità spingono Petri a prendere il primo traghetto, tornare in città e accettare di dare una mano nelle indagini. C’è anche il mistero del bambino…
Ma l’omicidio della tabaccheria, collegato enigmaticamente con l’isola e la pensione, propone il gioco degli equivoci. Petri si ostina, individua il bandolo, cerca di venirne a capo. Arriva a impegnarsi su tre fronti. E, purtroppo, quando tutto sembra chiarito, le carte si sparigliano di nuovo, costringendolo a confrontarsi con scomode verità che lasciano la bocca amara.