Protagonista di questo romanzo ambientato in un futuro prossimo a Torino è Jarno Chasseur, ex poliziotto, ex campione di scherma e detective privato per poter vivere. Anche se vivere è una parola grossa: il ricordo di sua moglie morta in un attentato al posto suo lo condiziona infatti pesantemente al punto da fargli perdere di vista l’importanza della propria stessa vita.
Jarno non vive praticamente più e sta sempre rinchiuso in casa quando non è al posto di lavoro. Il caso che gli si presenta questo lunedì mattina sembra essere un banale caso di corna coniugali, uno dei tanti di cui si occupa solitamente. La committente di questo lavoro non però è una persona qualunque, ma la sua ex che gli chiede di pedinare il marito. Jarno accetta l’incarico solamente perché il marito in questione è il responsabile dell’attentato in cui sua moglie perse la vita. Inizia quindi a pedinarlo fino a Montecarlo e nel corso di questa indagine si trova coinvolto in storie molto più grandi di lui; storie in cui crimini e politica si intrecciano paurosamente.
Prendendo forse spunto dal Faletti di “Io uccido” per l’ambientazione monegasca, il libro si dipana attraverso casualità che sembrano troppo forzate e poco credibili; l’approfondimento dei personaggi lascia molto a desiderare (ed infatti ci si chiede il motivo del sacrificio finale) e la descrizione decisamente pornografica delle scene di sesso sembra inserita solo per mettere un po’ di pepe nel racconto che procede scontato dall’inizio alla fine. Talmente scontato che si capisce chi è il cattivo sin dal titolo.