A Bedford, nello stato di New York, le donne sono impegnate a seguire gli status symbols imposti dalla comunità: potenti fuoristrada, abiti costosi, case lussuose, baby-sitter e soprattutto mariti ricchi.
Una di queste mogli è Nora Banks, madre di tre bambini e protagonista de La bottega dei desideri (Garzanti) di Karen Weinreb. La famiglia Banks: Evan, Nora ed i loro tre figli Thomas, Charlie e Nicholas vivono in una bellissima casa con giardino e una favolosa cucina dell’estate. Sembrano perfettamente integrati in quello stile di vita dettato dalla comunità di Bedford.
La vita dorata di Nora è però interrotta dall’irruzione in casa degli agenti che arrestano suo marito per appropriazione illecita di denaro.
Il sogno finisce e dopo il crac finanziario Nora non possiede più nulla, tranne la casa, e tre bambini da mantenere. La forza di volontà vince la disperazione.
Nora supera ben presto l’iniziale momento di sconforto che la fa sentire come “ un naufrago perduto in mezzo al mare” e la “sua passione per la cucina la rendeva abbastanza diversa dalle altre” donne di Bedford, che considerava amiche, diventerà la sua ancora di salvezza, la sua terapia e la sua fonte di guadagno.
Il romanzo di Weinreb rientra nel nuovo genere definito rosa recessionista nato in Inghilterra e molto apprezzato in America con autrici che scrivono storie di grande attualità in cui la crisi finanziaria mina le famiglie e la donna prende le redini della situazione disperata.
Il personaggio di Nora si risolleva dal disastro finanziario preparando dolci per la pasticceria dell’amico Phillip, cucina di notte per non essere vista e criticata dalle sue amiche e potendo contare sull’aiuto disinteressato della bay-sitter Beatriz.
Torte, pasticcini, biscotti e marmellate confezionate con ingredienti naturali e ricette tradizionali sono richiestissimi dai facoltosi clienti della pasticceria. Il romanzo è ispirato alla vera storia dell’autrice.
Se la rinascita di Nora è nata dalla pasticceria la sua è dovuta alla scrittura?
Prima di sposarmi facevo la giornalista, mi sono laureata a Oxford. Dopo il matrimonio ho lasciato tutto e mi sono immersa in un mondo materialista. Dopo il crollo di quel genere di vita ho cominciato a recuperare quello che ero prima e così ho iniziato a scrivere.
La semplicità e genuinità che Nora ha sempre avuto sotto gli occhi, nel dipinto di Norman Rockwell sulla dignità della gente comune, appeso in cucina, ben presto cominciano ad essere parte della sua vita.
Quel quadro può considerarsi un elemento premonitore del futuro cambiamento di vita di Nora?
Sì, ho inserito il richiamo al quadro per mostrare a che punto siamo arrivati come società americana. Nora voleva di quel quadro perchè aveva una specie di affinità con la scena ritratta in quel quadro, con quell’epoca e quei valori, ma allora non se ne rendeva conto. Quando perde tutti i privilegi si riscopre e capisce la persona che era prima , una donna che apprezza i valori più semplici della vita e quindi alla fine riesce a costruire la sua vita intorno a quei valori solidi.
Nora è sola in momenti difficili ma si rende conto ben presto che può farcela anche senza l’aiuto di un uomo. La scrittrice descrive con dolcezza e sensibilità il travaglio interiore di Nora che si sente una moglie tradita e che più volte è decisa a spezzare il legame col marito Evan e a cedere alle avances di Fox.
Che ruolo hanno le figure maschili, soprattutto Evan e Fox?
Nel romanzo volevo soffermarmi sul giudizio altrui, perchè nella mia esperienza personale ho sofferto molto nell’essere giudicata, per questo obiettivo ho creato dei personaggi che all’inizio della storia sembrano in un modo, magari corretti e perbene, e poi si rivelano all’opposto. In questo modo chi legge mette in dubbio il suo giudizio iniziale. Evan e Fox ci sono perchè tramite loro esploro il concetto di giudizio.
Il romanzo inizia e si conclude in estate. C’è un nesso tra le stagioni atmosferiche ed i cambiamenti nella vita di Nora?
Certamente. Ho suddiviso il romanzo in quattro stagioni perchè comincia con l’estate e l’inizio dell’autunno per esprimere prima l’abbondanza che caratterizza la vita di Nora e poi, quando il marito è arrestato comincia l’autunno che simboleggia la caduta delle foglie e quindi delle certezze di Nora. Quando entra l’inverno, una stagione fredda e aspra è il periodo più amaro per la mia protagonista.L’arrivo della primavera porta il cambiamento, il rinnovamento e poi di nuovo l’estate quando Nora sta rifiorendo in modo più reale e vero di prima.
Il piccolo Thomas, figlio di Nora, rappresenta la nuova generazione, è un ometto che sente il senso della responsabilità e ha tante curiosità. Nel suo personaggio è racchiuso un messaggio positivo per il futuro?
É vero. Questo personaggio si inventa una sorta di squadra con i fratelli e la madre per dare il suo contributo alla bottega dei desideri. Dagli errori del padre impara come agire nel modo giusto.
I luoghi rivestono un ruolo fondamentale nella storia e la cucina dell’estate dove Nora ha preparato le prime marmellate di lamponi cede il posto alla bottega dei desideri dove delizie di ogni genere accontentano i palati più esigenti: churros, crumble, napoleons, torte alla frutta, cioccolata, miele.
Con quali aggettivi definisce Nora?
Nora è un personaggio che cambia, che si evolve nel romanzo e perciò all’inizio della storia la definirei con l’aggettivo “perduta”, alla fine con “potente”.
La bravura di Nora a preparare dolci è frutto di una ricerca o anche Karen Weinreb è brava ai fornelli?
Cucinare bene è un pò una qualità innata, e poi mia madre è autrice di libri di cucina.
Ha già iniziato un nuovo romanzo?
Sì. Si tratta di una storia d’amore con un personaggio femminile importante e intenso ma la trama è molto diversa.