Non avevo mai letto nulla di Léo Malet e su consiglio di un’amica, che conosce bene i miei gusti, ho preso “La vita č uno schifo” e ne sono rimasta folgorata! Viene considerato uno dei romanzi capostipite del noir francese e mi chiedo come ho potuto farne senza fino ad adesso. Il protagonista č un gran bastardo, io uno cosě bastardo non l’avevo mai letto. Eppure ti ci affezioni. Ti ci affezioni anche se durante una rapina ammazza il padre della donna di cui č perdutamente innamorato e poi va a casa a farle le condoglianze, leggi che l’ha ammazzato perché aveva gli occhi di lei, ma poi le ammazza anche il marito… Ti ci affezioni anche se non ha la minima esitazione a sparare e uccidere, mai. Ti ci affezioni anche se ammazza un suo compagno anarchico rivoluzionario, perché č ferito grave? No, solo perché lo irritano i suoi discorsi volgari delle sue varie avventure amorose e glielo dice mentre lo uccide. Ti ci affezioni anche se distrugge tragicamente la vita amorosa del suo compagno gobbo e ancora in minima parte innocente. Tutti sono un ostacolo, perché la vita č uno schifo e lui non riesce proprio a starci dentro. La morte lo accompagna ovunque, persino lo psichiatra da cui va e da cui riesce ad aprirsi un poco, glielo dice: la morte e la pistola sono le sue compagne. Lui pensa di non poter far godere nessuno, e se qualcuno č felice con lui č perché finge. Il ragionamento non fa una piega, nemmeno quando ha accanto la donna dei suoi sogni e fa l’amore con lei. A uno cosě ti ci affezioni perché non puň che finire cosě e ti dispiace, anche se era un gran bastardo.
La vita č uno schifo
emanuela zini