Hugh Freyl, erede della più ricca e influente famiglia di Springfield, è cieco, ma è anche l’avvocato più rispettato della città. Quando viene barbaramente pestato a morte nella biblioteca del suo studio legale, tutti i sospetti si concentrano su David Marion, che Freyl ha salvato dall’ergastolo comminatogli per aver ucciso il padre adottivo e il fratellastro, dopo aver scontato 18 anni di carcere duro nel penitenziario di massima sicurezza dello Stato. Ora che la polizia è ansiosa di riprendere David sotto la sua custodia e mandarlo nel braccio della morte, sarà lui a doversi difendere, da solo. E la sua unica speranza è trovare il vero colpevole… Un thriller giudiziario duro, serrato, abbastanza immune dai cliché: ma Rosso sangue non è interessante per questo, o almeno non solo per questo. Joan Brady (che prima di questo libro scriveva cose del tutto diverse) ha raccontato in una recente intervista la genesi del libro: “La storia comincia quando il South Hams District Council decide di concedere i permessi per far installare una fabbrica di scarpe nel palazzo accanto al mio, che una volta era un teatro. Rumore tremendo, che faceva tremare muri e mobili, fumi di solventi chimici direttamente alle mie finestre senza filtri: ho sviluppato in breve tempo una malattia neurologica direttamente connessa a questo inquinamento ambientale, e ho fatto causa alla fabbrica di scarpe. In tutta risposta, il South Hams District Council mi ha perseguito penalmente per aver distrutto una scala per costruire un muro che attutisse il rumore, minacciando di condannarmi a 2 anni di prigione e 20.000 sterline di multa. Una battaglia allucinante che è durata 2 anni e mezzo e 15 udienze, finché non mi sono dovuta trasferire da casa mia. Non avevo idea di quanto l’ingiustizia possa fare male, prima di allora”. Questa esperienza ha spinto la mite Joan a scrivere Rosso sangue, nel quale ha scaricato tutta la rabbia, tutto il rancore, tutta la violenza repressa. Si vede, si sente, si annusa.
Rosso sangue
david frati per mangialibri