Siamo nel freddo Norfolk. Erin è una documentarista di successo, il suo compagno, Mark, un trader che fa un mucchio di soldi. Nei tempi dell’abbondanza, si sa, è facile amarsi e fare progetti, ma i due innamorati si scontrano con la dura realtà quando, poco prima delle nozze, lui viene licenziato. Fatti due conti, capiscono che con quello che guadagna Erin non potranno mantenere il tenore di vita a cui sono abituati e su cui contavano per un matrimonio principesco, quindi cominciano a fare economia già a partire dalla cerimonia di nozze, soprattutto sul catering.
Dunque, il tono del matrimonio viene subito abbassato in attesa di tempi migliori. Solo il viaggio di nozze a Bora Bora resta invariato, anche se le settimane da trascorrere in un hotel di lusso da tre vengono ridimensionate a due.
Erin e Mark partono decisi a sfruttare quei giorni al massimo e, infatti, tutto è fantastico. Mark, che è un patito delle esplorazioni subacquee, affitta un gommone e convince Erin a seguirlo in un’immersione e qui capita l’inimmaginabile. I due sub stanno pinneggiando fra le fantastiche creature della barriera corallina quando avvistano sul fondale un relitto. E’ un piccolo aereo turismo.
Il velivolo ha una fenditura nella carlinga dovuta all’impatto con l’acqua, ma il resto è intatto. Scendono per dar un’occhiata più da vicino: attraverso i finestrini si vedono i passeggeri ancora seduti al proprio posto con le cinture allacciate.
Strano! Erin e Mark, che anche in vacanza amano tenersi al corrente di quello che accade nel mondo, non ricordano di aver sentito di un aereo precipitato. Ma le stranezze non si fermano qui. Nei pressi del relitto, fra la fanghiglia del fondale, Mark nota un’ombra scura.
E’ un grosso zaino.
Lo raccoglie immaginando che contenga informazioni utili per identificare i passeggeri ed è una pessima idea! Dal contenuto dello zaino parte una catena di eventi che travolgerà tutto: il loro amore e la loro stessa vita.
Un’ombra nell’acqua è un bel thriller, forse non originalissimo nella trama, ma molto ben congegnato e, come quasi tutti i romanzi anglosassoni, scritto con uno stile impeccabile, liquido si direbbe, che dà piacere alla lettura. L’unico neo, oltre a una trama esile e piuttosto scontata anche se molto “appetitosa”, è l’incipit nel quale l’autrice, forse per attrarre il pubblico curioso che si aggira fra gli scaffali delle librerie, anticipa inutilmente il macabro finale.
Nel complesso, un buon romanzo di pura evasione e senza pretese, che si legge facilmente, in fretta e con gusto.
Un’ombra nell’acqua – Catherine Steadman
Adele Marini