Dopo Un’estate di polvere e L’ora dello Spettro, nell’ottobre 2025 torna Barbara Ghedini con La densità del buio, l’ultimo capitolo di quella che viene definita La trilogia di Diana Ferri. Un personaggio dinamico, ostinato e ricco di carisma, che l’autrice nata a Reggio Emilia ha sviluppato nel corso del tempo. Nel primo libro Diana è infatti solo una bambina, mentre oggi la ritroviamo in veste di giovane donna. Tre romanzi autoconclusivi che appartengono al catalogo dei Gialli Damster (Damster Edizioni), biglietto da visita di una casa editrice che privilegia storie ambientate in Emilia Romagna, organizzatrice del famoso Giallo Festival di Bologna, di cui proprio Un’estate di polvere è stato vincitore nel 2023. Da qui sono seguiti gli altri due episodi, dato il personaggio forte creato da Ghedini, ovvero una disegnatrice di professione che scopre di avere un talento “anomalo”, pur non essendo una sensitiva, con cui aiutare il prossimo. Una particolarità che la condanna, allo stesso tempo, a una vita di sofferenza consumata pericolosamente.
Diana Ferri disegna in stato di incoscienza degli indizi, attinenti a casi di cronaca nera che la circondano, in grado di risolvere più di qualche mistero. Viene da sé che, quando si forniscono particolari per scovare un assassino, la quotidianità possa riempirsi di insidie.
Bene inteso che i romanzi di Barbara Ghedini non sono propriamente dei gialli, ma sconfinano nel filone del thriller, con conseguenti suspense e tensione che ne derivano.
La densità del buio è ambientato nella tarda primavera del 2000 e Diana, nel frattempo, ha subito due gravi lutti (rispettivamente la morte del fratello e del padre), che hanno prosciugato la sua voglia di vivere, precipitandola in uno stato di torpore, misto ad apatia. Vive in una villa di famiglia, isolata sulle colline reggiane, in attesa che venga venduta, con la sola compagnia di una gatta. Non riesce più a lavorare, se non a imbrattare di colori alcune tele: una in particolare a cui è affezionata e ha intitolato proprio La densità del buio. Ma che colore ha il buio? Significativo è il passaggio: “Quando il buio bussa alla porta non chiede il permesso per entrare. Denso e nero ti circonda e ti sommerge estraniandoti dalla realtà, fermando il tempo e immobilizzando ogni cosa.”
Chi ha amato queste storie sa di un’amicizia speciale, tra Diana e il giornalista Spinabelli. E sarà proprio lui a metterla in contatto con una giovane madre che ha perso la sua bambina, la piccola Sara di soli sei anni, sparita nel nulla da ormai due mesi.
In principio Diana è scortese: vuole rimanere ancorata alla sua solitudine. Poi però quella che aveva soprannominato la Cosa, il suo talento, si palesa e lei si convince che la piccola Sara sia viva, tenuta prigioniera da qualche parte. Che il suo carnefice non sia tanto lontano, sebbene manchino le prove.
Diana riuscirà a risolvere l’enigma dopo una serrata indagine e numerosi colpi di scena. Con l’aiuto di un vicino di casa sui generis, Cesare Salati, e dell’ispettore Castelli che l’asseconda con scetticismo, solo perché la polizia brancola nel buio. Tra compaesani reticenti, avvenimenti sospetti e tanta caparbietà da parte della protagonista nel voler arrivare fino in fondo alla questione, a rischio della propria incolumità, le pagine scorrono e profilano una lettura incalzante. Com’è nello stile di Barbara Ghedini, autrice dagli intrecci ben congegnati e che mai lascerebbe morire di noia i suoi lettori.
Un romanzo consigliato per chi ama l’azione, oltre che l’indagine. Che si divora in tempi brevi. L’unico punto negativo? Non è detto che Diana Ferri ritorni. Anche se il termine “trilogia” potrebbe essere solo identificativo dello stato attuale e non utilizzato in senso assoluto. Si accende pertanto una speranza. Il lettore affezionato ci conta, con tutto il cuore.


