Ci sono luoghi che sembrano fatti apposta per nascondere la verità, dove la bellezza è solo una maschera stesa sul vizio. La Happy Valley del Kenya degli anni Trenta era uno di questi: un paradiso di luce abbagliante e di ombre dense, in cui l’alta società britannica esportava i propri eccessi, i privilegi e l’ipocrisia. Rhys Bowen sceglie questo scenario per il tredicesimo capitolo della sua fortunata serie Royal Spyness, Viaggio di nozze con delitto, ancora una volta, riesce a fondere con eleganza il tono leggero del cosy crime con un’attenta riflessione sui limiti morali del potere e del privilegio.
Lady Georgiana Rannoch, appena diventata la signora Darcy O’Mara, comincerà la sua luna di miele con il piacere e l’entusiasmo di chi si affaccia finalmente su una vita di felicità. Ma basterà poco perché la sua luna di miele rischi di trasformarsi in qualcosa di molto diverso. La casa galleggiante sul Tamigi, privatissimo nido dei loro primi giorni di matrimonio, lascerà presto spazio alle distese dorate del Kenya, e il sogno di una romantica vacanza si trasformerà in un intrigo denso di segreti, furti di gioielli e morti misteriose. E la regina le affiderà anche stavolta l’ingrato compito di tenere d’occhio il cugino David, in viaggio ufficiale in Africa, e la pericolosa signora Simpson. Darcy, poi, il novello sposo, manterrà sempre quell’aria impenetrabile di chi cela un incarico segreto, e nonostante le sue rassicurazioni, Georgie intuirà che il loro viaggio nasconde qualcosa di più di una fuga d’amore.
Ad attendere i due sposi, dopo il lungo volo a tappe suddiviso in diversi aeroplani che tocca Brindisi, Alessandria e Khartoum, ci sarà la loro ultima destinazione: Kisamu, in Kenya, e infine, percorrendo l’ultimo tratto in treno, Gilgil. Da lì, proseguiranno con l’auto dell’amico Freddie, fino ai pressi del Polo Club, per essere comodamente alloggiati a Hastings, casa di Diddy Ruocco, cittadina britannica vedova di un conte italiano che alleva cavalli da polo nella Happy Valley.
Un posto davvero speciale questa Happy Valley: una sorta di microcosmo dove la crème de la crème dei residenti britannici, lontana da Londra e dalle sue regole, si lascia andare a eccessi di ogni genere. Tra feste notturne, scambi di coppie e champagne a fiumi, la depravazione si traveste da pseudo libertà.
Rhys Bowen traccia con la consueta maestria un ironico affresco di questa società che pare fuori controllo, regalando contemporaneamente al lettore un nuovo e intrigante romanzo d’evasione. Anche stavolta il maggior punto di forza della serie sarà rappresentato dallo sguardo attento di Georgie, Lady Georgiana Rannoch, perspicace, ironica, un po’ goffa ma mai banale. Attraverso la sua voce, Rhys Bowen alterna il brio della commedia di costume alla tensione del mistero, con un’elegante leggerezza che non diventa mai superficialità. La scrittura, vivace e raffinata, in perfetto equilibrio tra sorriso e inquietudine, trascina infatti il lettore in una strana e pericolosa avventura.
La morte di Lord Cheriton, detto Bwana Hartley, vizioso aristocratico e dalle discutibili simpatie politiche, segnerà la drammatica svolta della trama. Georgie, ancora una volta riluttante ma determinata, sarà costretta a indagare, spinta più dal senso di giustizia che da un vero spirito investigativo.
Mentre gli indizi si moltiplicano, l’autrice tesse una rete di sospetti e mezze verità che avvolge ogni personaggio, e dietro la leggerezza del tono affiora un’amara consapevolezza: l’arroganza del potere non conosce confini, neppure sotto il sole dell’Africa.
Rhys Bowen dimostra grande abilità nel fondere la commedia dei costumi con l’indagine poliziesca. La descrizione dell’ambiente coloniale, con il suo ambiguo fascino e le sue tante contraddizioni, rappresenta uno degli aspetti più riusciti del romanzo. I paesaggi del Kenya, resi con un’intensità quasi tattile, trasmettono un senso di calore e di continua tensione. Si percepisce il frinire degli insetti, il bagliore delle notti africane e il senso di paura che accompagna ogni passo nella savana. Ma è soprattutto il contrasto tra la selvaggia bellezza della natura e la corruzione morale dei coloni a rendere il romanzo tanto efficace.
L’autrice non rinuncia a una vena di critica sociale: il razzismo, la presunzione di superiorità della classe dominante e il cinismo politico vengono osservati con sguardo ironico ma lucido. Senza mai appesantire la narrazione, Bowen riesce a suggerire quanto il privilegio possa diventare una forma di cecità morale. Il lettore si ritrova così immerso in una storia leggera solo in apparenza, che sotto la superficie scintillante nasconde domande più profonde sul potere, sulla colpa e sull’amore.
In Viaggio di nozze con delitto c’è tutto ciò che rende irresistibile la serie The Royal Spyness Series: un intreccio ben calibrato, personaggi vivaci, dialoghi brillanti e una sottile ironia che accompagna anche i momenti più drammatici. Lady Georgiana Rannoch ne è sempre l’indovinata protagonista, capace di passare con grande naturalezza dal disorientamento all’intuito investigativo, mentre Darcy, con il suo segreto fascino, continua a muoversi sul filo dell’ambiguità.
Rhys Bowen firma pertanto un nuovo e avvincente capitolo, pieno di sfumature, dove il mistero si mescola all’avventura e il sorriso allo scetticismo. Un romanzo con il sapore di una dorata vacanza, ma che lascia nell’aria l’eco inquieta del ruggito lontano di un ghepardo, in grado di ricordare al lettore come, anche nei paradisi più luminosi, il pericolo non sia mai davvero lontano.
Viaggio di nozze con delitto – Rhys Bowen
Patrizia Debicke


