Una splendida euforia – Cynthia Weiner



Cynthia Weiner
Una splendida euforia
Mondadori
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Non è facile essere giovani nella Manhattan degli anni ‘80, anche se si è benestanti, Tina Jacobs ne è la prova tangibile. Perché una madre sprofondata in una grave depressione e una verginità di cui si vergogna ostacolano ogni sua illusione di felicità. L’incontro con Stephanie, che come un cattivo Lucignolo la inizierà alla cocaina, e l’innamoramento per Gardner, affascinante perché enigmatico e inafferrabile, saranno il doloroso pegno che dovrà pagare per accedere alle soglie dell’età adulta. 

C’è anche un omicidio nell’opera di Cynthia Weiner, ma la sua risoluzione non è la peculiarità di questo romanzo di formazione che, lo afferma la stessa autrice, porta con sé diversi echi autobiografici.

Un Bildungsroman, dunque, in cui il personaggio di Nina impara a poco a poco a conoscere il mondo, ma prima ancora se stessa. L’autrice rappresenta con efficacia i legami di amore e rancore di una famiglia borghese, che dietro le apparenze cela un profondo male di vivere che contagia le tre donne del nucleo, Nina, sua madre Frances e Pearl, la nonna da poco mancata. È nel legame, tenero e drammatico, stravagante e commovente, che unisce Nina e Frances che si coglie il cuore del romanzo, nello straziante percorso esistenziale di una madre che avrebbe voluto tanto essere una donna libera, immune dalle esigenze sociali, dai formalismi della sua classe. Ma, nonostante l’amore incrollabile di un marito troppo fragile per accettarla fino in fondo, perde se stessa e affoga nel mare buio della depressione, che non è malattia, bensì sconfitta. Tina ha la stessa sensibilità della madre, la stessa grazia delicata e fanciullesca e, come lei, è destinata a smarrirsi. 

Il titolo del libro è una definizione di origine freudiana della cocaina, che pare un magnifico rimedio a ogni personale fragilità, che dona un’illusoria e potente energia per affrontare l’angoscia della vita: per molti dei personaggi appare come il farmaco della felicità, ma come Nina proverà a sue spese, si rivelerà un nemico sottile e micidiale. La discesa negli inferi della giovane, sotto la guida dell’amica Stephanie, è descritta in modo asciutto e privo di qualsiasi moralismo, caratteristico di tutto il libro, per questo risulta straniante e tragica, toccando le corde più profonde dell’animo.

L’innamoramento di Nina per Gardner è il corrispettivo psichico della cocaina, un ammaliamento totale, che nasconde un vuoto di affetto e di amore vero, un buco nel cuore di buona parte dei personaggi.

Alla fine, il vero mistero del romanzo della Weiner è l’insondabilità del cuore umano, che purtroppo nessun detective è in grado di svelare.

Donatella Brusati

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