Mimica – Sebastian Fitzek



Sebastian Fitzek
Mimica
Fazi
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Lo specialista tedesco della suspense è tornato. Con un thriller psicologico particolarmente adrenalinico, in grado di tenere alta l’attenzione dall’inizio alla fine. Mimica, questo il titolo, è il nuovo romanzo di Sebastian Fitzek, pubblicato da Fazi Editore nel luglio 2025, con traduzione di Elisa Ronchi. Classe 1971, Fitzek è uno scrittore prolifico e molto apprezzato, non solo in patria.

Com’è nelle sue corde, la lettura si rivela un’esperienza totalizzante, in quanto si viene catapultati in una dimensione vissuta a rallentatore. I personaggi di Fitzek sono sempre inseriti in un contesto di violenza, feriti e disperati, da cui non sembra esserci una speranza di ribaltare la situazione. Li diamo per spacciati, temiamo per loro. Eppure per una sorta di miracolo ce la fanno, con una forza di volontà estrema. Non demordono e cercano degli espedienti per fuggire a una sorte avversa, spesso a un carceriere folle che li tiene in scacco. Quasi che l’autore sia più interessato a divertire il lettore, in un crescendo di ritmo, anziché pensare alla veridicità della situazione. Persone che risolvono casi, quando invece sono ferite gravemente e dovrebbero stare in ospedale. Questo però contribuisce a fare apprezzare ancora di più i suoi romanzi, perché in essi si vede una speranza: il bene che vince sul male. Anche se qui ci sarebbe un discorso a parte, si rischia di sciupare il finale col botto che ha in serbo la storia.

L’originalità di Mimica consiste nel fatto che Sebastian Fitzek si sia servito della consulenza di Dik Eilert, il maggior esperto di mimica facciale e linguaggio del corpo dei paesi di lingua tedesca. La parola può mentire, però il corpo no. C’è una scienza che studia la fisiognomica, ovvero quelle micro-espressioni che la nostra faccia assume, insieme alla postura, in modo naturale. Disgusto, felicità, bugia, verità. Nulla sfugge agli esperti, di cui si sente parlare in tivù relativamente a casi di cronaca nera. Se ci sono incongruenze tra quel che viene detto e l’espressione del volto, loro le scovano. 

La protagonista di Mimica è Hannah Herbst, quarant’anni, la maggiore esperta del linguaggio del corpo di Berlino e consulente delle forze dell’ordine. Questa peculiarità però non basta, o non sarebbe Fitzek! Lui pone il carico da novanta, anzi due. Hannah soffre di spettrofobia, ovvero la paura di vedere la propria immagine riflessa in uno specchio, e cade vittima di amnesia ogniqualvolta subisce un intervento chirurgico, a causa di una particolare allergia all’anestetico. Una donna che si fa ricordare, neanche a dire. 

Quando il romanzo inizia, ci troviamo proprio di fronte a una Hannah Herbst che non ricorda niente, seppure venga accusata di avere sterminato la sua famiglia. È stata appena operata, poiché pare che abbia tentato il suicidio, lesionandosi la milza con un coltello. 

Non è in ospedale, come sarebbe logico. È stata rapita e si trova legata al letto di una squallida stanza di motel. Perde sangue, in balia un uomo sospettato di essere un pericoloso serial killer. Benché ferita e dolorante, Hannah farà di tutto per cercare di ricordare quanto successo, ma soprattutto per liberarsi dal suo carceriere. Anche del caso del Pescatore, a cui stava lavorando prima della tragedia, Hannah ricorda poco o niente. Abile è Fitzek, a intrecciare più trame. 

Il video di una confessione è l’unico elemento disposizione, dove una donna dice di avere ucciso il marito e la figliastra, sgozzati senza pietà. Solo il figlio minore, Paul, è scappato all’agguato. Una vicenda che ha sconvolto la Germania intera. Questa donna è fuggita e potrebbe essere in cerca di Paul, per completare l’opera. L’analisi del video rappresenta il caso più difficile a cui Hannah abbia mai lavorato, perché quella donna è nient’altro che lei stessa! Dalle espressioni del volto, riuscirà a dipanare la matassa?

Attenti a tutto quel che racconta Sebastian Fitzek, perché manipola come non ci fosse un domani.

Un romanzo consigliato, così come un successo meritato.

Cristina Biolcati

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