La prima indagine di Vito Strega
Ecco l’occasione che aspettavamo per scoprire, o riscoprire, la formazione di Vito Strega, il commissario tenebroso, bello e impossibile, che nasconde segreti indicibili.
Lo troviamo nel periodo, forse, peggiore della sua vita, alle prese con la sospensione dal servizio imposta dai suoi superiori a seguito dell’uccisione, accidentale, di Jacopo di Giulio, un collega. Livia Salerno è la psicologa, la terza in ordine di tempo, che dovrebbe stabilire la sua idoneità a ritornare a lavorare con la sua squadra. Ma Vito non collabora e le rende la vita difficile e le sedute dei campi di battaglia.
Il momento che Vito sta attraversando non è facile: Cinzia, la moglie, lo ha lasciato per un altro; Teresa Brusca, la collega di sempre, forse pretende troppo da lui; una misteriosa donna lo segue, mettendolo alla prova. Ma, soprattutto, una serie di uccisioni efferate viene messa a segno da giovanissimi killer adolescenti, senza un apparente motivo.
Solo lui, grazie all’empatia che prova nei confronti di chi soffre o ha sofferto, potrebbe venire a capo dell’enigma, ma la sua posizione non gli permette di esporsi e di indagare in prima persona.
La struttura a sezioni alternate risulta efficace, creando suspence e aumentando il ritmo della narrazione. In alcuni capitoli sono i potenziali assassini che parlano, ora alla loro futura vittima, ora a se stessi, ora rivolti a qualcuno che loro ben conoscono, palesando propositi, paure, desideri di vendetta. Negli altri, narrati oggettivamente, osserviamo le conseguenze di quanto anticipato: morti orribile, corpi sfregiati ma, soprattutto, il silenzio agghiacciante dei giovani assassini, che non fuggono dalla scena del delitto rimanendo però muti, labbra cucite, in un silenzio disarmante.
La sfida di Vito Strega è scoprire chi si celi dietro questa serialità di uccisioni: che molti giovani, anzi giovanissimi, uccidano coetanei, professori, genitori, psicologi… all’apparenza senza un valido e plausibile motivo, è per lui un rompicapo. Al silenzio dei colpevoli si accompagna, nella sua testa, la voce o controcanto delle vittime, passate e future, che gli impediscono di prendere sonno. E di trovare pace.
Vito è certo: dietro queste morti, e alla scia di sangue che si portano dietro, non può che esserci l’orchestrazione di una mente diabolica. Ma chi può comandare delitti efferati a giovani indifesi, senza venire allo scoperto? Quali segreti si celano nei meandri di una testa malata e contorta? Quali traumi del passato agiscono attraverso le mani dei giovani carnefici?
A questa indagine si sovrappone un’altra, che affonda le radici nel passato: il caso dell’assassino delle Barbie. Pulixi, con grande abilità, ci guida attraverso indizi ben orchestrati, a intuire- forse- l’identità di questo serial killer. E anche noi, come Sophie, la bella gatta di Strega, siamo portati a simpatizzare o antipatizzare con alcuni personaggi, soprattutto con uno, o una …ma vietato togliere il piacere della lettura. E della scoperta.
Il finale arriva forse troppo presto e ci fa desiderare la lettura del capitolo successivo.