“Uccidi i ricchi”, Rizzoli Editore, è l’ultimo lavoro di Sandrone Dazieri ed è una storia da leggere voracemente togliendo senza rimpianto qualche ora al sonno notturno: tutto parte dalla morte all’interno della sua crisauna di un ex star del calcio mondiale, Jesus Martinez, trasformatisi in imprenditore del fitness dopo essere stato campionissimo di Real Madrid e PSG. Una morte avvenuta a Milano, ideale epicentro di tutto quello che accadrà in seguito.
La morte del francese però è solamente il tappo che apre un contenitore in cui Colomba, richiamata per certi versi in servizio dai servizi segreti nazionali, scopre quanto di più incredibile ci sia. Una sorta di setta composta solamente da multimilionari, persone in grado di comprarsi ogni cosa e che stavano progettando una sorta di città eterna in Antartide dove sarebbe stato possibile quasi in eterno. Non bastasse, sostenevano l’ibernazione convinti che in futuro la scienza avrebbe potuto consentire ai corpi di tornare in vita.
Se questi sono i contorni, nel cuore della storia il lettore si fa trascinare omicidio dopo omicidio in un vortice di violenza dove sono sempre i ricchi le vittime: prima un magnate della farmaceutica, poi una stilista di fama mondiale, quindi un gruppo di rampolli di famiglie ricchissime. Procedendo per esclusione e intuizione più che per elementi investigativi veri e propri, Colomba e Dante riescono ad arrivare al vero colpevole ricostruendo una storia di bugie e sangue lunga trent’anni. Una storia basata sull’avidità e sull’opportunismo e alimentata anno dopo anno da bugie costruite e sostenuta con una cura così maniacale da vestirle veramente verità.
Dazieri in “Uccidi i ricchi” non nasconde proprio nulla e non delude nemmeno per una riga: il lettore è accanto a Colomba e Dante in ogni momento, si sente a rischio come loro, si rilassa bevendo uno dei tanti Moscow Mule che dissetano i due detective nelle loro nottate di riflessione e brainstorming, si sente seduto in auto con loro mentre attraversano l’Europa. Poi? Si, c’è spazio anche per l’amore in un triangolo di cui Colomba è il vertice più importante, quello da cui dipende tutto il resto. Proprio l’amore è l’ideale ponte usato da Dazieri per dare idealmente al lettore l’appuntamento per la prossima avventura dei suoi protagonisti. Del resto Colomba e Dante sono caratterizzati da una simbiosi che nemmeno loro sanno spiegare. Ma che di fatto li rende unici.