L’ora blu: Non è il momento di stare da soli
Benvenuti a Eris: un’isola con una sola casa, un solo abitante e una sola via d’uscita. Irraggiungibile dalla terraferma scozzese per dodici ore al giorno. Un tempo era la casa di Vanessa: una famosa artista il cui marito, notoriamente infedele, è scomparso vent’anni fa. Ora è la casa di Grace: un’anima solitaria, soddisfatta del proprio isolamento. Ma quando viene fatta una scioccante scoperta in una galleria d’arte a Londra, un visitatore si mette sulle sue tracce. E i segreti di Eris minacciano di emergere…
“L’ora blu” di Paula Hawkins è un soft thriller che non soddisfa le aspettative adrenaliniche alle quali, i lettori del genere, sono abituati. Il libro si presenta come un lento scorrere del tempo, incentrato più sulla storia personale di Vanessa Chapman che sul mistero di per sé.
Ma perché non si tratta di un thriller vero e proprio? Manca, in questo caso, la componente della suspence. Il lettore si ritroverà fra le mani un romanzo che solo lateralmente va a toccare le corde del thriller (purtroppo). A mano a mano che si va avanti con la lettura, ci si rende conto di come l’autrice perde il ritmo fluido della prima parte per andare, poi, a cadere in un finale scontato. Infatti, i lettori più attenti saranno in grado di percepire e capire l’epilogo già a metà libro.
L’ambientazione è sicuramente suggestiva perché stiamo parlando di un posto isolato, Eris, raggiungibile solamente in alcune ore del giorno a causa dell’alta marea. Il senso di solitudine che si respira è molto forte ma non basta a creare quel grado di suspence e di adrenalina richiesto per far sì che il lettore sia catapultato in pieno nella storia.
Lo stile di scrittura è altalenante, alcune volte è fluido e scorrevole mentre, in altre, prolisso e descrittivo oltre ogni limite. Un thriller, per essere catalogato come tale, deve tenere sulle spine, essere veloce e deve saper donare al lettore quel senso di inquietudine in più che si ricerca proprio in questo genere.
E qui compare la nota dolente. Purtroppo, Paula Hawkins sembra aver scritto un romance sotto falsa veste. Ebbene sì, cari lettori. La componente emotiva (sentimentale nel vero senso della parola) è troppo accentuata; così accentuata da mettere l’indagine (e il mistero principale) in secondo piano.
Per quanto riguarda la struttura del libro, abbiamo due filoni: passato e presente. Il passato è rappresentato dal diario dell’artista (defunta) Vanessa Chapman, il quale da modo al lettore di conoscere meglio la vera protagonista e cosa si nasconde dietro a tutta la storia. Escamotage perfetto ma insufficiente a stimolare la curiosità.
“L’ora blu” è un libro che non soddisferà le aspettative dei divoratori di thriller. Mancando completamente degli elementi costitutivi del genere, lo consiglio a tutti coloro che abbiano voglia di passare alcune ore in compagnia di un libro leggero.