Il protagonista di questo insolito romanzo è il “giallo” in tutto il suo essere, il giallo rompicapo, il giallo che sfida il lettore costringendolo a diventare lui stesso detective, il giallo che si tinge di horror e che, omaggiando la tradizione occidentale, è diabolico e claustrofobico insieme.
“I delitti della casa decagonale” è uscito in Giappone nel 1987. Dal libro è stata tratta la celebre serie manga prodotta dalla DC Comics e, soprattutto, è nata la corrente letteraria del shinhonkaku mystery: il movimento raggruppa tutti quei gialli giapponesi ispirati alla tradizione. Dopo decenni, il libro di Yukito Ayatsuji approda in Italia grazie a Einaudi, che propone la versione ottimamente tradotta da Stefano Lo Cigno per far conoscere anche a lettrici e lettori italiani uno dei romanzi cult del Giappone.
La storia, tributo alla grandissima Agatha Christie, ricorda “Dieci piccoli indiani”, il prologo così racconta “…..Doveva ucciderli uno dopo l’altro, in un ordine preciso. Come nel romanzo di una nota scrittrice inglese, pian piano, prima uno e poi l’altro. Solo così avrebbero preso coscienza delle sofferenze, della tristezza, del dolore e della paura suscitate dalla morte….
Il romanzo inizia con un esperimento culturale che sette studenti membri del circolo del crime dell’Università K, cinque ragazzi e due ragazze, decidono di compiere trascorrendo una settimana sulla rocciosa isola di Tsunojima, al largo della costa del Giappone, dove sorge una stranissima casa con dieci lati. L’anno prima l’isola era stata teatro di una strage familiare che aveva coinvolto anche i domestici e di cui era stato accusato il giardiniere, peraltro scomparso. A rendere difficili le indagini e l’identificazione dei corpi era stato un incendio che aveva anche distrutto la dimora delle vittime.
A rimanere indenne è l’inquietante casa decagonale, la dependance nella quale gli studenti verranno alloggiati.
Il gruppo dei ragazzi viene accompagnato sull’isola dove dovranno risiedere per una settimana senza alcun contatto col mondo esterno e privati anche della linea telefonica.
Sono tutti studenti di varie discipline ed hanno un’età tra i venti ed i ventitrè anni, curiosamente si chiamano tutti con un soprannome ispirato ai loro amati autori occidentali di romanzi gialli – Poe, Ellery, Leroux, Carr, Van, Agatha e Orczy e dovranno indagare sui delitti irrisolti dell’anno prima. Quello che non sanno è che sono in balia di un assassino psicopatico che potrebbe celarsi tra loro.
E infatti quando uno dei giovani viene trovato morto nella sua stanza, i compagni capiscono che la fantastica avventura intellettuale si è trasformata in un incubo reale e decidono che la loro esperienza con le trame dei romanzi polizieschi è l’unica cosa su cui possono contare per sopravvivere. Contemporaneamente sulla terraferma altri due detective dilettanti indagano studiando i dettagli della strage sull’isola e raccogliendo indizi, ma riusciranno a salvare i ragazzi?
La lettura scorre veloce, il lettore è quasi costretto a ragionare nella speranza che la soluzione metta al sicuro gli studenti dalle trame omicide di un assassino psicopatico e sia l’ambientazione sia i personaggi sono talmente ben delineati da risultare quasi un racconto cinematografico fino ad arrivare al sorprendente finale.
L’autore Ayatsuji Yukito è uno scrittore di romanzi gialli e horror, membro fondatore dell’Honkaku Mystery Writers Club of Japan, un’associazione dedita alla scrittura di romanzi ispirati alla cosiddetta “Golden Age” dei gialli. Le sue storie hanno anche ispirato numerosi manga di successo.