Vittorio Sarli, architetto romano, vola a Hong Kong per riportare in Italia la salma del fratello Giorgio, funzionario di banca, trovato morto nel suo appartamento insieme a una prostituta cinese. Più che il dolore per la sua morte e i problemi burocratici da risolvere, l’impossibilità di dare una spiegazione logica all’accaduto coinvolge Vittorio nella ricerca di una verità che possa essere di conforto alla madre cui è stato detto che il figlio è morto per caso, vittima innocente di un regolamento di conti il cui obiettivo era la prostituta. Delle indagini sull’omicidio è incaricato l’ispettore Leung, un poliziotto cinese a fine carriera che si muove, a differenza di Vittorio, con la naturalezza di chi conosce quel mondo e con la consapevolezza, tutta orientale, che la verità, alla fine, si farà largo negli apparentemente inestricabili avvenimenti che hanno portato alla morte di Giorgio.
Un libro, quello scritto da Paola Rondini e edito da Polaris Editore, che si legge facilmente. L’intreccio e il giallo che lega la storia non è proprio delle migliori. Non è una di quelle che ti incollano alle pagine e ti fanno arrivare alla fine con un colpo di scena che spiazza. A mio avviso l’autrice voleva unire due mondi, quello occidentale e orientale in maniera armonica ma, tranne in alcuni punti dove c’è quasi riuscita, essi restano quasi completamente distanti. Apprezzabili i riferimenti alla Cina in generale, alla cultura orientale, ai loro famosi “detti”, alle ambientazioni, ma secondo me non ha centrato nel segno. I personaggi, molto diversi tra loro, sono interessanti, così come le loro storie, ma nessuno è descritto veramente. Nessuno di loro si apre al lettore e anche se questo alcune volte rappresenta un bene, in questo caso è un altro punto dolente del libro.
Una lettura passabile ma che non lascia il segno.