Nell’attesa del suo incontro online di martedì 1 dicembre alle ore 18.00 con John Vignola per parlare di I delitti della salina, finalista al Premio Scerbanenco, riproponiamo la nostra recensione al libro di Francesco Abate.
I delitti della salina è un bel giallo ambientato nella Cagliari di inizio ‘900, nel momento in cui il senso di appartenenza al neonato regno d’Italia non era così spiccato tra gli occupanti di questa incantevole isola. Ma proprio Cagliari è senza ombra di dubbio una delle due principali protagoniste del nuovo lavoro di Francesco Abate che rende senza dubbio un’ambientazione avvolgente ed immersiva per il lettore. La città si presenta viva, in pieno fermento, esotica, con descrizioni che incuriosiscono il lettore, dal porto in zona marina passando per Via Roma, arrivando fino alle spiagge che all’epoca vedevano il contraltare tra il bagno Città di Cagliari Giorgino e l’allora ancora selvaggio Poetto. Quella descritta da Abate è una città in cui convivono movimenti tra i più disparati, dai socialisti alle sigaraie, dagli anarchici alle forze dell’ordine senza dimenticare il ruolo dell’Unione che rappresenta più del giornale di riferimento per Cagliari.
Nel cuore di Cagliari, misteriosa come gli accessi sotterranei noti a pochi fortunati, si svolgono le avventure del principale personaggio femminile, Clara Maylin Simon, nipote di uno degli uomini più importanti della città, figlia del capitano di marina Francesco Paolo Simon, disperso in guerra molti anni prima e di una cinese del porto morta mentre le dava i natali. Il temperamento forte di Clara la caratterizza per la sete di verità e giustizia che cerca di applicare nel suo lavoro e nella sua vita, benché retrocessa al ruolo di correttrice di bozze a causa di un tempestoso precedente che le ha fatto perdere il ruolo di giornalista nel giornale cittadino L’Unione. Si percepisce bene che la ragazza è mossa dalla passione ed è il senso di giustizia a guidarla nelle indagini avendo ben chiaro il desiderio di diventare la prima giornalista investigativa italiana, sprezzante dei pericoli cui potrebbe andare incontro.
A fare da contorno tanti altri personaggi dipinti magistralmente da Abate, dall’amico di infanzia Ugo Fassberger, giornalista de L’Unione, al tenente dei carabinieri Rodolfo Saporito, napoletano che aveva abbracciato con diffidenza il trasferimento a Cagliari con un malcelato debole per gli esotici occhi a mandorla di Clara, dalla sindacalista Sarrana cui Clara cercherà di ridare la dignità che all’epoca poche donne potevano vantare in un mondo declinato prettamente al maschile fino alla piccola ed esotica mascotte del gruppo, Martinica.
L’investigazione è centrata sulla scomparsa di alcuni piciocus de crobi, i miserabili bambini del mercato. Di fronte alla notizia del ritrovamento di un piccolo cadavere all’interno della salina ed al monito lanciato da Sarrana per cui ce ne potrebbero essere degli altri di piciocus scomparsi, Clara non riesce a trattenersi dal cercare la verità attraverso il suo innato istinto investigativo e con l’aiuto dei suoi amici.
La fabula si sviluppa in modo asciutto, è possibile azzardare che Abate dia un taglio giornalistico alla narrazione che viene resa avvincente dai vari colpi di scena.
In alcuni momenti l’autore sospende lo sviluppo della parte prettamente investigativa per dare spazio all’analisi introspettiva dei personaggi del racconto che in alcuni momenti sembrano quasi arrivare a scambiarsi le anime. Cagliari sembra una città in cui tutti vogliono stare sereni senza turbare la pace che regna, gli equilibri sembrano stabiliti a tavolino. E sono proprio questi aspetti a spingere Clara ed i suoi amici a non fermarsi di fronte alle apparenze per cercare di capire cosa sono rappresentano realmente le sparizioni deii piciocus de crobi nel contesto cittadino dell’epoca.
In conclusione ritengo il personaggio di Clara veramente convincente e ben caratterizzato e resto con la personale speranza che possa comparire di nuovo in altre avvincenti indagini.
Tutti gli incontri saranno visibili sui canali social del festival e sulla pagina Facebook di MilanoNera