Soprannominata l‘Agatha Christie di Spagna, Dolores Redondo nei suoi libri supera i rigidi confini dei generi: non accetta costrizioni cromatiche e tinge le sue storie coi colori più diversi, attuando una contaminazione le cui sfumature si mescolano, si avvicendano, si sovrappongono, riuscendo a cogliere toni, mezze tinte, gradazioni di una realtà complessa e controversa, che riflette con efficace forza espressiva le contraddizioni della sua patria.
Tutto questo ti darò si copre con uno spesso velo di cui è impossibile non cogliere le oscure e infide fattezze dell’indagine noir; indossa gli inconfondibili panni dell’investigazione gialla; si ammanta dei misteriosi vestimenti delle emozioni e dell’amore; squarcia la spessa cortina delle ombre che avvolgono – subdole e ingannevoli – il cuore di un contorto intreccio familiare, la cui trama è vischiosa e piena di insidie. Ma il romanzo, che si è aggiudicato la sessantaseiesima edizione del Premio Bancarella, si spinge ben oltre e diviene veicolo di denuncia sociale: punta l’attenzione sulle insidie del pregiudizio, sulle miserevoli grettezze che animano i legami di una famiglia i cui segreti sono da difendere a ogni costo e i cui valori rispondono a intenzioni morali fiacche e abbrutite. Rifacendosi alle suggestioni di un passo del Vangelo di Matteo, Dolores Redondo nel titolo richiama i ferali effetti di un’avidità ingovernabile, che spinge gli uomini a cadere nell’abisso di un culto illusorio, quale quello del denaro e del potere.
7 Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:
Non tentare il Signore Dio tuo».
8 Di nuovo il diavolo lo condusse con sé sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo con la loro gloria e gli disse: 9 «Tutte queste cose io ti darò, se, prostrandoti, mi adorerai». (Matteo 4,7 – 9)
È un universo maschile sfaccettato quello che emerge con prepotenza dalle pagine di Tutto questo ti darò: ognuno dei personaggi riflette un tipo umano, fatto di fragilità , incertezze, tare ereditarie, preconcetti, espressione di un conformismo tradizionalista e retrogrado, ma non mancano gli esempi di lealtà , di integro sentire e di affetto sincero. E da questa prospettiva tutta al maschile affiora il ritratto di una società imperfetta, la cui natura inquieta e inquietante si incontra e scontra con una cornice, quella dell’incredibile, autentico e selvaggio posto che è la Galizia.
A dare un carattere particolare alla storia è il vento che agita questi luoghi, sono le sue piogge, i suoi contrasti, le rasserenanti atmosfere di una tradizione agreste ricca di dignità e orgoglio, è l’impronta feudale che la anima, da cui si muove l’atto d’accusa dell’autrice: attraverso l’imprevisto percorso alla ricerca della verità in cui rimane incastrato Manuel, scrittore di successo la cui vita e le cui certezze vengono distrutte dalle scoperte attorno alla morte del marito, Dolores Redondo, con una prosa raffinata e descrittiva, che indugia nei particolari, ricostruisce le dinamiche distruttive di una cultura del privilegio e di un meccanismo servile che ruota attorno alle classi più ricche. Ma, soprattutto, ci conduce in un viaggio la cui destinazione saranno l’umanità che si nasconde dentro i personaggi, le paure, la consapevolezza di sé, la necessità di tornare a casa e quella di realizzare che si è stati la casa di chi si è amato.
Tutto questo ti darò
Mariella Barretta