Il rischio che corre uno scrittore ad indulgere , per amore dei personaggi o per convenienza, nella creazione di romanzi seriali, è quello di scivolare pian piano nella ripetizione.
O, come accade in quest’ultimo romanzo di Fred Vargas ( Un luogo incerto ), che ha per protagonista il commissario Adamsberg, nella ricerca di una situazione complicata , ed insieme, di un’accentuazione di caratteristiche particolari del personaggio, per differenziare in qualche modo l’ultimo romanzo dagli altri della serie.
La promessa che la seconda di copertina ci fa pregustare, una bella storia di vampiri di cui l’autrice dichiara di aver da tempo desiderio di scrivere, viene onorata solo in parte. Infatti ci troviamo in alcune ( troppe ) situazioni al confine dell’horror , senza che l’implicito desiderio della scrittrice valichi il confine tra il reale e il soprannaturale.
Così ci imbattiamo in diciassette piedi tagliati ma ancora nelle loro scarpe presso il cimitero londinese di Highgate , famoso nella vita reale per episodi di apparizioni di entità indefinibili, e poi, successivamente, in faide familiari che datano da secoli e vicende storicamente documentate che hanno come punto centrale la paura del soprannaturale e l’accusa di essere vampiri, rendendo sia l’intreccio complicato e farraginoso che il sistema dei personaggi non del tutto credibile.
Per esempio, dopo tante avventure che hanno come protagonista il commissario Adamsberg, del quale conosciamo ormai tutto , comprese le vicende del suo entourage , come può risultare credibile l’improvvisa comparsa dello zio serbo del vice commissario Danglard che crea la possibilità narrativa di spostarsi in Serbia e seguire quasi direttamente, come si fosse a Parigi, una parte importante dell’intreccio?
Anche la comparsa di un ignorato figlio adulto, frutto di una storia brevissima e risalente all’epoca della giovinezza del commissario, sembra un trucco un po’ abusato , per animare l’ambiente e, forse , per utilizzare il personaggio al meglio in un romanzo successivo.
Certo Fred Vargas ha una notevole capacità di mescolare il grottesco all’ironico, di dare sempre alla rappresentazione del quotidiano un tocco inquietante e misterioso, con uno stile ineccepibile e dialoghi perfetti, sa creare personaggi particolari come il commissario Adamsberg, o come i protagonisti di un’altra serie, quella degli storici Marc, Mathias e Lucien che indagano in vicende complesse anche utilizzando le loro competenze storiche.
Ma in “ Un luogo incerto “ tutte queste capacità vengono offuscate dai difetti evidenziati precedentemente; per due motivi sostanziali : uno è l’aspettativa che si crea rispetto ad una scrittrice famosa che ha scritto molti eccellenti romanzi e aspettativa che, se non viene soddisfatta, spinge a provare una delusione spesso sproporzionata.
Ma il vero motivo di quanto ho evidenziato credo stia, per Fred Vargas, nel non essersi data la nel suo romanzo la possibilità di varcare il limite fra reale e soprannaturale.
Come scrittrice, scienziata, persona, forse non ha osato. A questo riguardo è paradigmatica la scena al commissariato quando i poliziotti si dividono in due fazioni, chi sceglie la spiegazione soprannaturale dei fatti e chi cerca di spiegare tutto scientificamente.
Senza nessuna soluzione definitiva, perché su questo tema l’umanità sta ancora discutendo e disputando.
Un luogo incerto
silvia torrealta