Chiude la libreria del Giallo di Milano

Dopo anni di incomprensioni il comune di Milano si rimangia ogni promessa e tira il sipario sulla libreria del giallo, la mitica Sherlockiana, avanzando un sfratto ingiusto, legato a una controversia economica, risolta nel 2003. Vuoi parlarne?

La decisione di chiudere l’avevo già presa indipendentemente dal comune ed è anche una scelta di vita, venuta dalla consapevolezza che la Libreria del giallo non può restare dov’è e io non ho la forza né fisica, né psicologica e neppure economica di sostenere un trasloco. Sarebbe stato, comunque un rischio, perché per le piccole librerie non sono momenti facili e non me la sento più di “provarci.

Un indirizzo: via Peschiera, 1. Una libreria a pochi metri dal carosello notturno di Piazza Sempione. Una zona, un tempo covo di drogati, diventata di moda con bar, ristoranti e negozi che espongono articoli di lusso. Viene da sospettare che all’orizzonte del comune ci sia un nuovo inquilino pronto a rilevare il timone di via Peschiera. Qualcuno che crede di riuscire ad attirare i frequentatori della Piazza, inventando un nuovo punto fermo serale. E’ un’ipotesi plausibile?

Non lo so e non mi interessa.

La tua lettera di addio sembra senza ritorno e ci mette al muro. Si chiude un’epoca. È la fine di una lotta impari contro ignoranza e sciocca burocrazia. Per tentare di sconfiggerle hai affrontato ogni genere di battaglie. Per quanti anni è durato il sogno di Tecla?

Dal 1992, quando per comprare la libreria ho venduto la mia casa. Ci sono stati ciclicamente momenti di emergenza che lettori e scrittori mi hanno aiutato, in modo diverso, a superare.

Molti ti amano, alcuni ti invidiano, alcuni ti contestano e altri ti sopportano, ma tutti riconoscono le tue straordinarie capacità e sanno che hai contribuito più di altri a diffondere a livello nazionale la letteratura gialla e noir che pareva confinata nelle edicole. Qual è stata la molla iniziale che ti ha fatto dedicare la vita al giallo?

La molla è stato l’amore per i libri. Il giallo è stato un caso anche se, a posteriori, mi sono resa conto che la maggior parte di quello che leggevo dai 18 anni in poi era letteratura di genere.

Cosa ricordi con gioia di tutti questi anni di sherlockiana?

Tutto! Perché la libreria mi ha dato tutte le gratificazioni e soddisfazioni possibili, tranne quelle economiche. Mi ha permesso di conoscere gente fantastica, di incontrare personaggi straordinari e di intrecciare un tessuto di relazioni importante.

E cosa invece vorresti dimenticare?

Dimenticare? Credo nulla. Questa piccola e preziosa libreria è stata, per molti anni, la mia vita e, come ho detto, mi ha dato tantissimo. Gli eventuali brutti ricordi sono già dimenticati.

Nella tua lettera dici che gli impegni della Libreria ti hanno costretto a trascurare gli amici. Che importanza hanno gli amici per te?

Moltissima, credo che l’amicizia sia uno dei princìpi fondamentali della vita.

Come pensi di riparare alla “colpa” di aver trascurato gli autori?.

Cerchiamo di capire chi sono gli autori che ho trascurato. Sono tanti esordienti che mi hanno mandato dattiloscritti che, non avendo tempo libero, non sono riuscita a leggere. Intendo dedicare buona parte del mio tempo a leggere dattiloscritti e a lavorare con loro. Se lo vorranno ancora!

Parli di campagna, di natura. Scelte motivate che condivido. Come pensi di coniugare questa nuova storia di vita con i tuoi legami?

In due modi: uno strumento e una speranza. Lo strumento è il computer che, tramite Internet e usato nel modo giusto, permette di rimanere in contatto con tutti e con tutto. E la speranza… che mi vengano a trovare

Quindi guardi serenamente al tuo futuro?

In linea di massima sì. Ogni tanto ho un po’ paura, il cambiamento sarà nettissimo e, credo, spaventerebbe chiunque.

Avendone i mezzi quale progetto o progetti vorresti realizzare?

Il mio desiderio è una grande casa in campagna, né altre città e nemmeno paesi, ma proprio campagna. Una casa con un giardino e tante stanze per gli ospiti. Mi piacerebbe che ci fosse anche una stanza, bella, grande e accogliente che serva come rifugio a scrittori che abbiano bisogno di tranquillità. Li coccolerei e, perché no, potrei persino aiutarli.

Cosa ne sarà dei “gechini” (amici sostenitori di Giallo&Co)?

Per quanto riguarda i “gechini” confesso, solo a voi di Milanonera, che per un breve momento li ho odiati, perché “subdolamente” hanno deciso loro, prima di me, che l’associazione sarebbe rimasta in vita. Questo mi obbligherà a inventarmi qualcosa perché abbia senso.

(ritratto di Elena Cesana)

 

Patrizia Debicke

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