Lo si prende per affezione ormai. Avendoli letti tutti, non poteva mancare questo, che però nulla aggiunge al personaggio. Otto racconti di un Montalbano che ci viene venduto come giovane solo perchè nelle storie sono infilati riferimenti storici degli anni ’80 , l’attentato al Papa, l’omicidio Sindona e ancora ci sono le vecchie Lire, delle quali in alcuni casi il valore mi pare persino un po’ sopravvalutato. 1000 lire erano pochine anche negli anni 80, non certo il valore della rata di un macchinario da officina. Il resto è sempre uguale, immutato, fisso e statico. Certo Montalbano è più irruente, meno stanco di come viene descritto negli ultimi libri, ma il resto non è cambiato di una virgola. Catarella storpia e sbatte le porte, Augello è sciupafemmine, Fazio scrupoloso e attaccato ai suoi appunti e Livia rompiballe. Nemmeno il menù varia, mangia sempre le stesse cose anche al ristorante.
L’impressione è che questo sia un libro che Camilleri abbia dovuto e non voluto scrivere.
Pur con tutto l’amore per il personaggio, ormai è tutto troppo prevedibile, non incanta più.
Morte in mare aperto- e altre indagini del giovane Montalbano
Cristina Aicardi