È il suo confidente a cui rivela stati d’animo, umori e a cui si rivolge in cerca di consigli o di risposte alle tante domande di donna e poliziotta che, a fine giornata, la tormentano. Lei è Ottavia Calabrese, vice-sovrintendente ed esperta del web del commissariato di Pizzofalcone, lui è Sid, nome mutuato da un film d’animazione ma scritto all’italiana, un golden retrive “fuori taglia, che l’aspetta la sera al suo ritorno a casa, ansioso di piazzarle gli zamponi sulle spalle e passarle due etti di lingua ruvida sulla faccia”. Ottavia, detta Mammina, e Sid sono due personaggi del noir corale “Buio”(Einaudi) di Maurizio de Giovanni e condividono soprattutto momenti notturni per le strade di Napoli, “un immenso animale pieno di vita che cambiava pelle in continuazione, rinnovandosi prima di diventare vecchio”. Serate di un mese di maggio “che avvolgeva la strada di un profumo esotico”. In verità Sid, doveva essere il cane di suo figlio Riccardo, autistico e bisognoso di un animale domestico per “favorire il risveglio dell’attenzione”, ma da subito, aveva manifestato “un incondizionato, assoluto amore per lei”e Ottavia dapprima reticente, aveva ben presto ceduto alla sua corte. La passeggiata serata per portare fuori Sid diventa per la poliziotta, dotata di intuito e deduzione, motivo di fuga dalle pareti domestiche, da un marito forse troppo dedito alla famiglia e da un figlio “tredicenne chiuso nel suo mondo,che voleva che lei ci fosse, niente di più”. In compagnia di Sid all’aria aperta, riflette sui casi che segue dietro la sua scrivania e davanti al pc in commissariato. “Cosa non andava nella vicenda di Dodo Borrelli?” Il caso del bambino, nipote di un facoltoso imprenditore, sequestrato durante la visita scolastica al museo, assorbiva totalmente i colleghi Romano e Aragona. Dodo, solo e con in mano un piccolo Batman di plastica attende di essere liberato e aspetta che un supereroe faccia luce in quel buio che accompagna le sue giornate di prigionia. Queste le domande che Ottavia si pone e rivolge al cane durante la passeggiata, quando lui è attratto dagli odori e non la guarda fissa negli occhi “come se fosse un film”. A Sid rivolge la questione forse più intricata della sua vita: che le succede ogni volta che sta vicino al commissario Palma? “Un rigurgito di adolescenza” o cosa? Sid,la ascolta, conosce la risposta e la guarda con gli “occhi marroni, liquidi e intelligenti” ogni tanto la colpisce dolcemente con la coda per darle un segnale, un suggerimento, un indizio, perchè in fondo anche lui è un piccolo eroe, un eroe a quattro zampe!
Sid, il cane di “Buio” di Maurizio de Giovanni
Cristina Marra