Non meno.
Spesso ripenso al detto “chi si accontenta gode”. Credo sia una delle cose più stupide che ogni essere umano possa dire in qualunque circostanza. Iniziamo da una semplice constatazione, ogni modo di dire è in rima, così è facile da ricordare e poi ha una sorta di magia che lo rende vero. Non è un caso se dal calderone della sapienza popolare si può estrarre una cosa e il suo contrario.
Ad esempio: “l’unione fa la forza” e “chi fa da sé fa per tre” oppure “il mondo è bello perché vario” e “tutto il mondo è paese”.
Prima di me, anche Rodari era arrivato ad accorgersi di questa contraddizione e, con una semplice filastrocca, faceva saltare in aria il cortocircuito dei detti e i motti a cui ricorrono tutti quelli che fanno fatica a pensare con la propria testa.
“Chi si accontenta si lamenta”, ecco come dovrebbe essere davvero il “chi si accontenta gode”.
In alcune cose che faccio metto non meno del 110% perché è la passione che mi spinge a ottenere dei risultati e poi non accetto di ottenere un risultato che sia inferiore alla perfezione, però…
Non sono nato ieri e non credo di essere più capace di altri, sono consapevole che la perfezione non è cosa da umani. Il mio è un modo di essere che mi fa sempre essere in cammino e sapere che ho dato il massimo non è il cuscino su cui posso riposare se qualcosa va storto, ma è la spina che mi punge a dare ancora di più.
Non predico la prevaricazione ma il bisogno di migliorare e di non fermarsi mai perché anche la perfezione potrebbe rivelarsi il peggiore degli errori.
2084. La dittatura delle donne è un romanzo scritto da Gianni Clerici, noto giornalista sportivo che presta la penna alla narrazione e racconta una storia che si inserisce in quelle terribili distopie anticipate da Aldous Huxley, George Orwell e Margaret Atwood.
La società sopravvissuta a un conflitto nucleare si riorganizza per assicurare la propria sopravvivenza attraverso una dittatura democratica in cui tutto, dai destini personali alle scelte politiche, è delegato a un super computer in grado di indicare la migliore decisione. Un incubo di funzionalità e disciplina in cui gli uomini sono degradati a Vires, niente di più che degli schiavi addetti ai lavori di fatica.
Il controllo burocratico sui cittadini li soffoca in maglie sempre più strette sino a regolare e disciplinare anche il possesso e gli affetti verso gli animali domestici. Proprio dalla natura della gatta Gipsy, la pittrice Livia e la figlia Evonne scopriranno che il mondo e il modo in cui vivono non è il migliore tra i possibili.
Vijay un ragazzo con incredibili capacità artistiche e ispirato dal genio di Leonardo Da Vinci è l’elemento che sfugge agli algoritmi informatici ed è la causa di un’anomalia in grado di far collassare il sistema.
Ogni romanzo che susciti un pensiero in grado di incrinare le nostre convinzioni è sempre il benvenuto. 2084. La dittatura delle donne rovescia il modello sociale proposto da Il racconto dell’Ancella e I testamenti di Margaret Atwood, a essere ridotti in schiavitù sono gli uomini, ma non è importante quale sia il genere che eredita la terra poiché, dopo una catastrofe, seppellire in un estremismo ciò che rimane dell’umanità è una scelta miope e suicida.
L’unico futuro possibile risiede non nella lotta ma nella collaborazione tra donna e uomo.
2084 La dittatura delle donne – Gianni Clerici
Mirko Giacchetti