Sin dallinizio sono stata consapevole di essere contraria al matrimonio, contro ogni unione legale, anche se questo non esclude che le unioni non legali possano essere tragiche e terribili come quelle legali: cos scrive Ingeborg Bachmann nella Sequenza 14 di Verr un giorno. Conversazioni romane (Marietti 1820, 18,00 euro).
Il libretto in realt la sceneggiatura di un film, Ingeborg Bachmann in Italia, di Gerda Haller. Fu realizzato pochi mesi prima della morte, avvenuta il 17 ottobre 1973 e provocata da un misterioso incendio scoppiato nella sua casa romana tra il 25 e il 26 settembre. Ingeborg, che oggi riconosciuta come una delle maggiori voci della letteratura europea del secondo Dopoguerra, stata a lungo osteggiata perch scriveva damore. In realt ha affrontato temi molto profondi a cominciare dalla natura dei rapporti tra uomo e donna: il suo ultimo progetto, rimasto incompiuto, si intitolava Modi di morire ed esplorava la sopravvivenza del fascismo nella relazione tra i due sessi.
Ci sarebbe piaciuto che non fosse un tema pi attuale. Invece lo . Il persistere della violenza, soprattutto domestica sulle donne, ne una prova. E lassurda caccia al nero stupratore altro non che un ribadire, molto maschilista e molto primitivo, non toccate la donna bianca (seguito: che a picchiarla e stuprarla ci pensiamo noi uomini bianchi). Mai vista una spedizione punitiva per qualche straniera violata.
Per questo vi suggerisco le Conversazioni romane della Bachmann. E per questo vi invito ad affiancarlo a un saggio, 8 marzo, una storia lunga un secolo, scritto da Tilde Capomazza e Marisa Ombra, con la prefazione di Loredana Lipperini (Iacobelli Edizioni). Racconta com nata la festa dell8 marzo, ma soprattutto la lunga strada delle battaglie emancipazioniste. In realt si tratta di una revisione: la prima edizione usc nel 1987, la seconda nel 1991; nel 1988 usc anche un video. Tutto esaurito. E per fortuna.
Speriamo che i tempi non siano cos cambiati da mutare le sorti di questo volume. Per, se vero che parlare di femminismo provoca, oggi, ingiustificati pruriti, da quel lontano 1987 le donne italiane, di strada, ne hanno fatta tanta. E fanno male le nostalgiche a non volerlo vedere.