Anche quest’anno la grande affluenza e partecipazione del pubblico a Tutti i colori del giallo ha impressionato gli ospiti intervenuti a Massagnoi, seppure personaggi di grande esperienza quali Gianni Mura, Francisco González Ledesma e Giancarlo De Cataldo.
Mercoledì 13 maggio, stimolato dal giornalista RSI Mariano Morace, Gianni Mura ha brillantemente ripercorso le tappe della sua carriera giornalistica, da quando, studente liceale era stato contattato dalla Gazzetta dello Sport perché segnalato da uno degli informatori che tenevano d’occhio gli studenti particolarmente bravi in italiano nelle scuole superiori di Milano. “Non amavo praticare sport, è lo sport che è venuto a me tramite la scrittura. Allora scrivevo poesie, avrei scritto qualunque cosa, persino sui muri pur di scrivere”. A diciannove anni aveva seguito il primo giro d’Italia e a 21 il primo Tour de France. “ A quei tempi era molto facile avere contatti con gli sportivi, ci si considerava tutti sulla stessa barca. Ora si comunica solo con i cellulari”. “I miei pezzi sono un diario di bordo, durante le corse si attraversano paesi dove ci sono ricordi e posti dove si mangia bene. Se gli avvenimenti sportivi della giornata non sono molto interessanti parlo di questo”.
“Fino a sessant’anni ho scritto una sessantina di prefazioni, poi ho deciso di scrivere un libro mio. Giallo, perché fin dalle medie leggevo i gialli di Giuseppe Ciabattini. Giallo su giallo è stato scritto in due mesi senza prendere nemmeno un giorno di ferie. Mio padre, maresciallo dei carabinieri veniva chiamato Maigret della Brianza e per questo ho anagrammato il nome in Magrite”. A ottobre inizierà a scrivere un nuovo giallo, protagonista ancora il commissario Magrite.
Giovedì 14 maggio Francisco González Ledesma, decano dei giallisti spagnoli, racconta di come aveva iniziato giovanissimo a scrivere per crearsi un mondo diverso da quello che lo circondava e che non gli piaceva, e di come, avvocato di successo, aveva deciso lavorare come giornalista a La Vanguardia diventandone poi capo redattore.
Dopo aver ricevuto a soli 21 anni, nel 1948, il premio Barcellona dalle mani di Somerset Maughan, presidente della giuria per il libro Ombre vecchie era stato bollato dal regime come “rosso e osceno” perché proveniva da un quartiere povero e osceno perché al ritorno dalla guerra il miglior amico del fidanzato di una ragazza le appoggia una mano su un ginocchio “ ma sicuramente pensava di spostarla più in alto”. Per mantenersi agli studi si era inventato lo pseudonimo di Silver Kane, con il quale doveva scrivere almeno due libri alla settimana gialli o western per una casa editrice distribuita nelle edicole. Un contratto di semi schiavitù durato per una decina di anni.
Quindi i romanzi ambientati a Barcellona, pubblicati all’estero, in particolare in Francia anche quando in Spagna erano banditi dal regime franchista. Una parentesi anche come critico gastronomico che gli ha lasciato in eredità la pressione alta.
Venerdì 15 maggio conclusione con Giancarlo De Cataldo che ha parlato con soddisfazione della serie televisiva tratta da Romanzo Criminale. Racconta di aver incontrato il primo delinquente della sua vita a 6 anni, era il suo compagno di banco, che portava il coltellino a scuola. Di famiglia molto povera, unico in una classe di benestanti, era sparito dopo una visita delle dame di carità che gli avevano consegnato un pacco dono davanti ai compagni. Rappresentava un altro mondo, un pezzo del quale è in ciascuno di noi.
E’ stato giudice nelle carceri e collabora con cooperative per malati di mente.
Romanzo Criminale, romanzo epico nel quale inizialmente pochi credevano, ha avuto un tale successo da stupire lo stesso De Cataldo. Scrivere altre opere all’altezza comporta un grande impegno.
Alla conferenza è seguita la proiezione del film Romanzo Criminale di Michele Placido, alla cui sceneggiatura aveva collaborato anche De Cataldo che lo ha introdotto raccontando alcuni aneddoti della lavorazione.