Elia Draghi vive su una sedia a rotelle, dopo esser rimasto coinvolto in una rapina in cui ha perso moglie e tre figlie. Ha ormai perso anche fiducia nella giustizia, quella fatta di indagini, di accertamenti che ancora non hanno portato a nulla se non angoscia e sofferenza.
Ma l’ispettore David Crespi, del commissariato torinese Dora-Vanchiglia, non ha mai avuto pace. Da anni coltiva la speranza di dare a Elia la verità e la giustizia che merita: quando indaga su quattro misteriose morti e sulla scomparsa di un uomo, casi apparentemente scollegati, in lui si fa strada un convincimento, una sensazione che da investigatore ben conosce.
Il caso di Elia Draghi deve essere riaperto, le morti possono essere legate alla rapina, a quella rapina.
Due figure potenti, accomunate dal dolore – anche la figlia di Crespi è su una sedia a rotelle – ma anche dal forte desiderio di arrivare alla verità.
Crespi con i mezzi che il suo lavoro gli mette a disposizione e con la sua ossessione per il caso, Draghi con il forte desiderio di giustizia spicciola, senza processi di sorta.
È un romanzo che si legge senza sosta, che scava a fondo nel dolore della perdita ma anche nella forza della riconquista a partire dai piccoli gesti quotidiani sino alle grandi, immense dimostrazioni di lealtà e amicizia che il tempo non scalfisce.
Saremo con Crespi e la squadra, Elia e Sam – suo amico fedele – e scopriremo, un tassello dopo l’altro, tutta la verità muovendoci su piste parallele. Nessuno viene risparmiato: uomini facoltosi, vip, giudici, personaggi famosi. Una verità narrata in chiave mediatica che ci vede interessati spettatori, in una diretta TV che ci incolla a uno schermo da cui escono parole come strali, accuse pesanti.
Alla fine, ci chiederemo: Elia Draghi ha avuto giustizia o ha avuto vendetta?
Di certo ha avuto la verità, una verità che non è affatto un’oasi serena, una verità fatta di vuoti incolmabili e di morti.
Pur abitando l’inferno dei viventi Elia Draghi ha provato riconciliarsi con un mondo storto, imperfetto ma umano; ha provato a non avere paura della realtà e della verità.
Ha cercato, nella sua vita, ciò che Calvino chiamava “quel che inferno non è”.