Megan e Jacob vivono nella sfavillante New York con i due figli adolescenti, Alex e Lindsay. Fanno gli scrittori e sono pronti a far pubblicare la loro ultima fatica, un libro ben documentato sulle origini del rap. Quando la casa editrice con cui collaborano rifiuta inaspettatamente lo scritto su cui hanno lavorato negli ultimi anni, vivono una situazione drammatica. Motivazione: il loro lavoro non serve più. Ma non sono i soli poiché molti loro amici stanno perdendo il lavoro per lo stesso motivo. Il responsabile di tutto questo è The Store, il colosso delle vendite on line in rapida espansione e che fagocita migliaia di posti di lavoro tradizionali. D’altronde “se una cosa esiste, The Store ce l’ha e te la vende”. Megan e Jacob sono furibondi e preparano la loro vendetta: lavorare per il nemico, carpirne i segreti e renderli noti tramite un libro. Si fanno assumere e si trasferiscono nel polo logistico di The Store, in Nebraska. Da subito è chiaro a tutta la famiglia che dietro la patina di benessere, efficienza e gentilezza che li accoglie al loro arrivo, c’è un progetto di assoluta omologazione e fedeltà al mondo di The Store, nessuna privacy o spazio per l’individualità. Una volta entrati, mettersi contro The Store potrebbe essere molto rischioso e la famiglia Brandeis ha paura..
The Store affronta tematiche assolutamente attuali: la paura tutta americana (che sta diventando anche europea) del gigante Amazon, capace di soddisfare tutti i bisogni di un consumatore e di crearne di nuovi; la perdita emorragica dei posti di lavoro tradizionali; l’omologazione forzata e la perdita di libertà individuale che ne deriva (frequente il rimando a 1984 di G.Orwell e al Grande Fratello).
Lo stile di scrittura dell’autore è piacevolissimo, a tratti molto divertente nonostante le tematiche serie trattate. Nota curiosa: New Burg, il nome della cittadina del Nebraska dove si trasferiscono i Brandeis è quasi uguale a quello della città natale di Patterson, Newburgh, vicino New York.
The store
Elena Assanelli