Dopo la prematura scomparsa di Mira Griffit, trovata morta vicino alla rimessa delle barche di Prospect Park, sua sorella Cyra tormentata dall’aver litigato con lei e non averla più vista già da qualche tempo, non si dà pace e decide di vendicare la sua morte.
Tutto si svolge sullo sfondo di una New York cupa e piovosa, dove i suoi abitanti sono abituati a non guardare ciò che accade dietro l’angolo di casa propria.
Venuta a conoscenza dell’esistenza di un gruppo di aiuto per serial killer, senza nessun indugio, decide di infiltrarvisi, nella convinzione di trovare lì l’assassino di sua sorella.
I membri, di questo fantomatico gruppo, si confrontano sui loro crimini, senza maschere o sensi di colpa. Un luogo sicuro dove sentirsi se stessi senza necessità di nascondersi.
La protagonista inizia un viaggio alla scoperta dei suoi limiti. Mettendosi in una situazione pericolosa sperimenterà quanto sia facile superare la linea di demarcazione tra normalità e follia criminale.
Cyra, per partecipare alle riunioni del gruppo, vestirà i panni di una crudele assassina “Mistletoe”, con tanto di travestimento: parrucca bionda e abiti scelti per l’occasione.
Ma qual’e il limite tra maschera e realtà ?
Il desiderio di vendicare sua sorella e il pericolo di essere scoperta da veri professionisti del crimine la spinge a superare ogni comportamento “normale” per mimetizzarsi nel gruppo, sperimentando le sensazioni di Mistletoe.
Ci si chiederà :quale è la vera Cyra? La ragazza premurosa che si prende cura della sorella minore o la fredda assassina di cui veste i panni?
Se apparentemente il perno su cui tutto ruota è vendicare la morte di Mira, sorella della protagonista, la trama sottostante è ben più impegnativa. L’autrice con un artificio inverte il concetto di maschera e contrariamente a quanto normalmente accade, la protagonista Cyra, compie un percorso catartico in cui, in qualche modo, anziché gettare la maschera, si trasfonde in essa, ed è proprio lì, che troverà se stessa.
Ci si chiede se l’esasperante desiderio di giustizia possa spingere in una spirale di violenza dalla quale si viene trascinati, o se invece, quel seme maligno alberghi già nell’essere unamo e attendenda solo l’occasione per venire fuori.
Alla fine sorge spontanea una domanda. Quanta oscurità può celarsi dietro una insospettabile normalità ?
Libro interessante con una certa dose di suspense e ironia, in grado di suscitare diversi interrogativi sul senso della “normalità ”.