Se foste la babysitter di un bambino di cinque anni, i cui disegni d’un tratto iniziano a cambiare fino ad evolvere in uno stile appartenente solo al più dotato degli artisti, non vi sentireste oltremodo turbati? Storie inquietanti dai chiaroscuri macabri, per nulla adatti all’infanzia, tanto da chiedersi chi stia muovendo la sua mano? Sto parlando del thriller Teddy di Jason Rekulak, pubblicato da Giunti nel settembre 2022, che è tanto piaciuto anche a Stephen King e che presto diventerà una serie per Netflix.
Tradotto da Roberto Serrai, Teddy ha la particolarità di essere corredato dalle illustrazioni di due disegnatori davvero incisivi, Will Staehle e Doogie Horner. Cosicché il lettore non si deve solo accontentare di immagini che vengono descritte sulla pagina, ma le osserva in prima persona, fino a diventare parte integrante del dramma.
Una storia di fantasmi, è stata definita questa odissea. Di una ventunenne con un passato tragico ed ex tossicodipendente, che trova lavoro in una ridente cittadina del New Jersey presso una famiglia benestante, col compito di badare per tutta l’estate al loro figlioletto Teddy. Che un bimbo mancino improvvisamente si metta a disegnare con la mano destra e che le figure diventino troppo stilizzate per la sua giovane età , forse si poteva dedurre. Altrimenti che storia dal risvolto extrasensoriale sarebbe?
Fatto sta che tutto quel che Mallory Quinn, la babysitter, reputa strano in quel bambino, i suoi genitori Ted e Caroline lo adducono ad Anya, un’amica immaginaria che il figlio ha inventato e che vive nella sua cameretta, anche se a tratti lui è disposto ad ammettere che non esista per davvero.
E così, fra giochi nel bosco, bagni in piscina e disegni che si estendono addirittura ad imbrattare i muri di casa, la quotidianità viene stravolta. Mallory decide di indagare con una vicina impicciona che si professa una medium, arrivando a evocare con lei anche una seduta spiritica, pur di appurare chi sia lo spirito a possedere il piccolo che le è stato affidato.
Il minuscolo cottege messo a sua disposizione, di certo non aiuta. Ci sono assi che scricchiolano, animali molesti che le fanno visita e si ha l’impressione di essere sempre spiati.
Mallory trova alleanza in Adrian, un ragazzo conosciuto in qualità di giardiniere della famiglia di Teddy, che sarà per lei un’ottima spalla. Adrian vuole aiutarla a capire cosa stia succedendo, ma i trascorsi di droga, seppur superati, infondono un clima di sospetto e inducono la ragazza a dubitare persino di se stessa. Si deve altresì andare fino in fondo, per quanto pericolosa e indicibile possa essere la realtà .
Teddy è un romanzo originale, nel suo svolgimento, sebbene il tema dell’infanzia violata sia stato ampiamente sfruttato in letteratura. Qui però la storia acquista un significato più profondo, di riscatto e guarigione.
Per quanto il finale, dai più smaliziati del genere, possa essere immaginato, c’è un colpo di scena che proprio vi farà saltare sulla sedia. Leggetelo! Si divora in un baleno, perché è una storia scritta magistralmente bene, con un linguaggio semplice e credibile, adatto alla protagonista che narra in prima persona. Come una ragazza della porta accanto, Mallory non ricorre chissà a quale prosa forbita. Però riesce a catturare l’attenzione dall’inizio alla fine, spronando chi legge a far luce in un abisso agghiacciante.