Spinascura è un romanzo scritto a quattro mani dalla bolognese Federica Frezza e la cremonese Martina Peloponesi, pubblicato da Mondadori nel giugno 2024. Facendo una ricerca biografica in rete si apprende che, dopo essersi conosciute grazie a Youtube una decina d’anni fa, durante la recente pandemia le due ragazze hanno pensato di realizzare un podcast di true crime italiano, essendo entrambe appassionate di misteri e di cronaca nera, noto come Bouquet of Madness (BOM). Dopo avere conquistato piattaforme audio e palchi teatrali col loro spettacolo dal vivo, sono passate alla parola scritta approdando in libreria e Spinascura è appunto il risultato.
“Dopo tante storie tutte vere, quella che state per leggere è finta”, si premurano di anticipare le autrici. E così ci si trova catapultati in un paese della bassa emiliana, Spinascura, a stretto contatto con la vita quotidiana dei tanti protagonisti che affollano di volta in volta la scena, partecipi a tutti gli effetti delle vicissitudini attuali e passate dei personaggi principali, che sono nello specifico quattro. Due uomini e due donne, che diventano amici per necessità, poiché Spinascura verrà sconquassata da una serie di delitti efferati, che si susseguono a catena, e indagare diventa indispensabile, se non altro per non finire come vittime predestinate.
E pensare che fino a pochi giorni prima Spinascura era un posto tranquillo, dove non accadeva mai niente. O quasi, dipende dalla capacità della memoria dei più attempati a regredire nel tempo, perché se si va bene a cercare, ogni località conserva dei segreti e cela al suo interno una quantità elevata di magagne. Un paese, nello specifico, dove tutti sanno tutto e sembra sempre che ci sia gente a spiare gli affari altrui dalle finestre.
Ed è in questo contesto che facciamo la conoscenza di Alma, subentrata nella gestione del bar Glicine all’omonima nonna ormai defunta, e di Dalia, che ha dovuto rinunciare ai suoi sogni di crearsi un futuro a Milano, per venire a lavorare nell’impresa funebre di famiglia, in qualità di tanatoesteta. Ebbene sì, Dalia trucca i morti! Una cosa macabra, che invece si rivela utile, perché quando inizia la serie di uccisioni ad opera di una mano assassina e sconosciuta, lei può restare da sola coi cadaveri e osservarli nei minimi particolari. Il primo corpo di una ragazza abbandonato sull’argine del fiume (a cui seguirà quello di un uomo sventrato e alcuni altri), è solo l’esempio.
Abbiamo parlato dei due personaggi femminili, che si uniscono in un’amicizia consolidata e diventano un’unica entità che pensa e agisce all’unisono. Ma chi sono invece i due maschi? Presto detto. Syd, un ragazzo tornato da poco al paese natale, che viene malvisto dalla comunità di Spinascura, a causa del suo dubbio passato. Talmente timido e insicuro da non avere la forza di difendersi, reagendo puntualmente con la fuga. E Claudio, facente parte dell’Arma dei Carabinieri, troppo ingabbiato in una sorta di “quieto vivere” per essere obiettivo di fronte ai fatti che accadono.
Questo non è un romanzo giallo canonico, dove a indagare sono le forze dell’ordine. A investigare e cercare di fare chiarezza, portando un punto comune su passato e presente di Spinascura, sono le due ragazze, assai determinate. Ci sono tratti che virano al thriller, ma in questa storia largo spazio viene lasciato ai pettegolezzi del paese e alla ricostruzione della vita e dell’identità dei molti singoli cittadini. La scrittura a quattro mani si rivela credibile nei dialoghi, nel complesso ironica e piacevole. La trama coinvolge sempre di più, tanto che alla fine viene voglia di divorare le pagine, allo scopo di scoprire il colpevole e l’intera dinamica degli omicidi.
Un romanzo consigliato a chi ama uscire dagli schemi dell’indagine classica, accettando di spaziare nella narrazione, fino quasi a toccare picchi che sconfinano in altri generi.
Eppure l’indagine c’è e i morti pure. Così come un piano diabolico, orchestrato da una forza malefica che trama alle spalle di un’intera comunità. Resta solo da accettare il consiglio e leggerlo.
