Senza legami

La piuma trattenuta dalla rete, basterebbe l’attesa di una folata di vento per farle prendere la giusta distanza dalla corda e liberarsi da quella “prigione”. E’ questa l’immagine di copertina del saggio “Senza Legami –libertà o necessità?” dello psichiatra Pasquale Romeo, in un certo senso esemplificativa del testo. Autore dei saggi “Soli soli soli”, “Amore e caos”, “Tra scienza e società”, “Ment-ire”, “Tradire, l’altra faccia dell’amore”, stavolta Romeo, partendo da una serie di domande, chiarisce il concetto di “legame” nei rapporti umani siano essi affettivi o propriamente d’amore. “Il libro esplora l’importanza dei legami e la loro validità”- mi spiega Romeo- “ andando a riscoprire nel mondo frenetico e immediato di oggi, un valore che è sempre esistito: l’altro e la sua importanza”. “Senza legami” dedica tre capitoli alle origini del legame, alla pluralità dei legami ed a Nichilismo, dipendenze e patologie. Un excursus rapido e gradevole che, dal legame originario col proprio sè, conduce ai legami impossibili, fino a quelli patologici che scaturiscono nella dipendenza. Spesso il legame viene considerato una condizione soffocante e dannosa “ viene confuso con la catena o con il legaccio, e questo spiega quanto sia difficile riuscire a stabilire la giusta distanza all’interno della relazione”. I legami diventano momento di confronto e di crescita per l’individuo eppure “tentiamo di disfarcene perchè impegnativi e gravosi, ma allo stesso tempo la ricerca della leggerezza ci porta ad eliminare tutto ciò di cui si necessita, dimenticando che senza i legami non esistiamo e andiamo alla deriva” scrive l’autore che alterna le sue riflessioni con la narrazione di episodi e situazioni-tipo vissute dai suoi pazienti. Nel saggio non mancano richiami alla filosofia e alla letteratura. Alle origini del legame in letteratura l’autore dedica una rivisitazione in chiave psicologica di opere letterarie contemporanee “riconducibili alla nostra condizione umana in quanto esprimono attitudini tipiche del nostro tempo”. Sfilano così i due clochards Vladimir e Estragon, il ricco Pozzo e il suo servo Lucky di “Aspettando Godot” di Beckett, opera aperta a varie interpretazioni ed i cui punti focali sono l’assenza e l’attesa. “L’assenza di qualcosa o qualcuno, ci assolve ad un grande anelito, proprio della nostra esistenza” scrive Romeo, e “Godot è un enigma, un mistero, come le nostra vita”. Anche il chirurgo Tomàs che con le donne intrattiene “amicizie erotiche” e la bella Tereza, “una donna in fuga”, esprimono la natura dei legami in modo esplicativo nel romanzo di Milan Kundera “L’insostenibile leggerezza dell’essere”. Paura, abbandono, libertà, dipendenza, debolezza, desiderio, timore, muovono la nostra quotidianità e ne condizionano le scelte. Scelte ed obiettivi che con determinazione tenta di raggiungere il pescatore cubano Santiago, protagonista di “Il vecchio e il mare” di Hemingway. Fino a che punto però lottare, mettersi in gioco, raggiungere la meta prefissata ha un senso? E infine la condizione di Ulrich, l’uomo senza legami del romanzo “L’uomo senza qualità” di Robert Musil. La nostra società è dunque mutevole e veloce nei rapporti umani “ ed i legami presenti, quelli che può fornire internet ad esempio sono labili, superficiali, lenti e soprattutto tanti ma mutuabili” ciò porta a sostituire, alternare, bruciare presto i nostri legami lasciando fuori il sentimento. Ma ci si può dimenticare di un legame? “pensare che i legami non esistono o che le persone possano essere dimenticate o accantonate come un oggetto è forse l’errore più grave che possa commettere”- risponde Romeo- “ le persone continuano ad esercitare il legame dentro di noi anche quando non ci sono più ed il legame non dipende dal mondo esterno ma probabilmente dal nostro mondo interiore”.

cristina marra

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