È il ritratto a tinte scure di un nordest italiano cinico e nichilista, quello che emerge dalle pagine di Prosecco connection, il nuovo romanzo di Fulvio Luna Romero, nom de plum dietro cui si cela l’autore trevigiano Alessio Romin, vincitore della passata edizione del Festival Nebbia Gialla.
Il successo, la ricchezza, la notorietà sono i requisiti fondamentali per imporsi socialmente nel territorio che negli anni 80 e 90 è stato la locomotiva economica del Paese e che, nelle pagine del libro, fa da sfondo alle vicende dell’investigatore privato Carlo Caccia, titolare della Blues Investigazioni. Nel Veneto coltivato maniacalmente con ordinatissimi vigneti di prosecco, il fallimento è il primo motivo della morte civile e dell’isolamento. Per prendere l’ascensore verso l’olimpo della buona società non importa più il rispetto della legalità: in tempo di crisi anche i buoni vecchi metodi in voga nel Meridione d’Italia sembrano attecchire perfettamente al di là del Po.
Accompagnato da personaggi che bucano la pagina – l’avvocato/sergente Immacolata Calcaterra, l’imprenditrice zarra Ashley Zaffalon, l’affarista patrizio Vittorio Dalle Vedove – l’investigatore privato Carlo Caccia affonda letteralmente tra le paludi della trama ideata da Luna Romero. Una semplice indagine per un buffo da trentamila euro rivela a una serie di crimini ben più grandi, collegati a una rete di personaggi dallo spessore imprenditoriale e criminale assoluto. La terra un tempo controllata dalla consorteria con base a Campolongo Maggiore, conosciuta come Mala del Brenta, passa prima nelle mani delle organizzazioni di oltrecortina arrivate dai Balcani, poi in quelle di una Società criminale più antica e infinitamente più potente che spadroneggia sui mercati illeciti dei cinque continenti. Pronta e desiderosa di accogliere l’ondata di liquidità in arrivo, la pragmatica imprenditoria veneta coinvolta nel mega progetto ingegneristico chiamato Mose si aggiusta ai metodi dei nuovi ospiti, collaborando attivamente alla penetrazione dell’organizzazione criminale nel tessuto socioeconomico sano, ma in grave crisi, del nordest e delle terre dall’altro lato dell’Adriatico.
Le parole di Fulvio Luna Romero scivolano ritmate e regalano al lettore ottimi momenti di narrativa nei dialoghi realistici tra i personaggi e nelle introspezioni concrete del protagonista, con una vena ironica, e spesso sarcastica, a stemperare la tensione. “Prosecco connection” è un noir/hard boiled in linea con il suo tempo, comunica utilizzando i codici della contemporaneità. Il merito principale del romanzo è però un altro: apre uno squarcio su quanto accade sotto la superficie di un pezzo di società decentrata e gelosa del particulare che, senza volerlo accettare, racchiude al suo interno tutte le forze, i limiti e le ipocrisie dell’Italia di ogni tempo. Soprattutto di quella dell’ultimo trentennio.