Pornokiller è un romanzo decisamente sopra le righe. Fuori, mai dentro. Ironico e spiazzante. Veloce e psichedelico. Un libro in 3D che viaggia con il piede sempre schiacciato a fondo sull’acceleratore e che ti tira dentro la storia a forza. Il protagonista, Carlo Ballauri, cocainomane, autodistruttivo, ossessionato dal cibo e con una cronica dipendenza da Pocket coffee, è un personaggio che lascia il segno. Galleggia, sembra sempre sul punto d’affondare, ma riesce a comunque a tenere la testa fuori dall’acqua. Regista di film porno con aspirazioni e deliri hollywoodiani, vive di rimorsi e di rimpianti. Fino a quando il destino mette sulla sua strada una strana ragazzina che prima lo deruba del portafoglio e poi finisce con il diventare la sua musa ispiratrice. La molla che fa scattare la voglia di fare cinema e riprendere un antico progetto, il film iniziato e abbandonato da giovane: Lolita cyberpunk. Peccato che intorno a lui si muova una serie di personaggi singolari e volutamente stereotipati che non sono altro che il ritratto dell’Italia che va rotoli. Una improbabile corte dei miracoli che, mossa da interessi economici e personali, lo convince a modificare il progetto originale trasformando l’opera del possibile riscatto in una sorta di documentario sulla vita di Giorgio Mastrota. Sullo sfondo, Torino allunga il suo sguardo da nobile decaduta. Indolente e complice di una storia che strappa più di un sorriso, ma anche profonde riflessioni. Da manuale la colonna sonora, lo stile cinematografico e veloce, tanto che Tarantino ne tirerebbe fuori un film… e non solo lui.
Pornokiller
Ferdinando Pastori