Uno strato di polvere si è depositato sul fascicolo di un caso: due cadaveri, una donna e il suo sequestratore, rinvenuti in una segheria e uccisi da un colpo di pistola. Se l’attenzione sul caso è scemata, c’è chi, invece, potrebbe aver tirato un respiro di sollievo perché le cose abbiano preso questa piega. In un giorno, in tutto e per tutto, uguale agli altri, alla porta di Pietro Clostermann, bussa Rosa Massafra, un’anziana vicina di casa che gli chiede di riaprire il caso, di indagare sulla morte di Silvia, sua figlia. Secondo lei nessuno alla polizia se ne sta occupando, forse il caso è stato archiviato. Ex responsabile della sicurezza di una grande società, cacciato ingiustamente, Pietro Clostermann, trova il suo conforto giornaliero nei ripetuti bicchieri di Wallbanger, chiuso nella propria abitazione, senza che qualcuno lo possa obbligare ad occuparsi di se stesso, del proprio futuro. Proprio per questo è restio ad occuparsi del caso di Silvia Massafra, consapevole che se la polizia non ha trovato niente di interessante è perché non ci sono sviluppi, e sa che non avrà l’appoggio di nessuno. In Questura nessuno vuol sentir parlare di Clostermann, troppo scottanti i fatti che lo hanno visto coinvolto in un recente passato. Sa che infilarsi in questo caso lo porterà solo ad avere guai. Ciò nonostante sarà un incontro fortuito, che sconvolgerà le sue abitudini quotidiane a fargli cambiare idea e a insinuare in lui la necessità di capire chi fosse Silvia e chi si nasconda dietro la sua figura? Una donna apparentemente tutta d’un pezzo, che tutti descrivono come riservata, generosa e prossima ad una promozione lavorativa che l’avrebbe portata a viaggiare. Tuttavia qualcosa la lega al suo sequestratore, un uomo gretto, abituato a vivere di espedienti, ma che muore anche lui insieme a Silvia. Chi ha emesso la loro sentenza di morte? Intorno a loro una Torino periferica, fatta di polvere e di dormitori, di palazzi sporchi di nero, lo stesso nero che striscia negli occhi dei protagonisti e nelle ombre che turbano i sonni di Pietro. Una Torino sotto gli occhi di tutti e nella quale è facile mescolare le carte. Saranno i diversi punti di vista in cui sarà costretto a guardare Clostermann a fargli capire come, in una Torino nascosta ci si occupi, con violenza e morte, di ognuno di noi.
Dopo Les Italiens, che presto diventerà una serie televisiva internazionale, e Zara Bosdaves, con Polvere, Enrico Pandiani introduce un nuovo personaggio nel mondo del crimine. Si conferma, infine, maestro nel raccontare il vivere e le passioni umane, troppo spesso coperte da un sottile strato di polvere, che Pandiani sa cancellare.
Polvere
Paola Zoppi