Cassandro è il classico sfigato di provincia. Sfortunato, per di più, quando una banda di albanesi penetra nella villa dove abita e trucida i suoi genitori. Lui scappa, terrorizzato. E con lo stesso terrore scende in un abisso di violenza, guidato dal più insospettabile dei mentori. Fino al battesimo di sangue, fisicamente lontano da casa, psicologicamente diviso da tutti.
Cassandro è un punto interrogativo potenzialmente votato al male, una miccia pronta ad innescarsi. «Durante gli intervalli, se passava davanti al loro gruppo lo chiamavano, gli parlavano con rispetto, cercavano di farlo ridere, ma Cassandro sembrava non aver niente da dire, li guardava senza parlare e se ne andava tetro. Nonostante tutto, quando li incontrava sentiva ancora il desiderio di far loro del male.» Cassandro parla il linguaggio del disagio, delle delusioni, delle frustrazioni.
Non ti uccido è l’opera prima di Massimo Colombo, operatore presso una comunità psichiatrica. É un romanzo di formazione al contrario, un percorso di involuzione mascherato da thriller. Schietto e crudele, ha grazie alla prosa sintetica e ai dialoghi ben distribuiti la scorrevolezza necessaria a leggerlo d’un fiato.
La disamina competente del mondo della malavita albanese è il valore aggiunto, un’idea ben sfruttata che dà sostanza alla trama. Cassandro e Erjon, come in un buddy drama, si scoprono pagina dopo pagina «amici-nemici», controparti complementari di uno stesso discorso che non vive di solo denaro ma, prima ancora, di pulsioni essenziali: ambizione, potere e (auto)stima. Così è la vita, così è la morte; e a ogni azione fa seguito la più primordiale delle logiche di causa-effetto, la violenta e disperata sete di vendetta.
Non ti uccido è una piccola gradita sorpresa, un romanzo compiuto valorizzato dalla cura editoriale che Cabila ha riservato in fase di realizzazione al progetto.
Non ti uccido
matteo di giulio