Già in Prato all’inglese, il libro pubblicato nella collana Nero Rizzoli prima di Negli occhi di Marianne, Dard aveva rivelato la sua predilezione per le dark lady e la misteriosa fascinazione che queste ambigue figure femminili esercitano sugli spiriti romantici. Tale è infatti il protagonista di questo romanzo, il pittore parigino Daniel Mermet, giovane e bello e pure ricco di talento. Una sera, mentre guida su una strada della costa catalana, investe una ragazza che si è buttata sotto la sua vettura. La giovane sopravvive, senza riportare ferite gravi, ma dimentica tutto della sua precedente esistenza. Daniel riuscirà a sapere, in modo casuale, che si chiama Marianne, ma soprattutto finirà con l’innamorarsi perdutamente di lei. Per costruirsi un futuro insieme il pittore sarà costretto a indagare sul suo passato, al fine di darle anche un cognome e un’esistenza precedente alla sera dell’investimento. L’inchiesta di Daniel, però, lo condurrà a scoperte sconvolgenti e inaspettate…
Anche in questo libro, lo stile di Dard, che scrisse nella seconda metà del Novecento, racchiude in sé echi della scrittura del suo grande amico Georges Simenon, specialmente nell’asciuttezza della forma e nella descrizione delle atmosfere in cui si muovono i personaggi. Negli occhi di Marianne è un noir psicologico, un’indagine nei meandri più riposti (e nascosti) dell’animo umano, una discesa agli Inferi di Orfeo che vorrebbe disperatamente riportare alla luce la sua amata Euridice (questa volta però, a differenza del mito, chi suona uno strumento è la protagonista), ma è anche una storia di amore assoluto che vorrebbe trascendere ogni limite posto agli uomini, una storia di abbandono all’altro e di fiducia che quasi diventa fede. Il personaggio di Marianne, così indifeso e disperato, mette alla prova l’empatia che il lettore prova immediatamente per lei, lo sconcerta e lo spinge al dubbio finale che sarà lo stesso di Daniel e che lo tormenterà per sempre.
La traduzione in italiano dei romanzi di Dard è un’opera meritoria, che ci consente di conoscere uno scrittore forse meno noto di Simenon, ma non meno talentuoso.