Era un tipo eccezionale, alcuni lo amavano, altri lo temevano, ma tutti, amici e nemici, avevano un grande rispetto per lui, e penso che la sua vita abbia influito su quella di molti, sulla mia di certo, anche se io ci parlai una volta sola… e quel giorno ci trovammo in ascensore e subito mi chiesi come mai si trovava lì, da solo, da quella parte dell’edificio, ma fra le tante leggende che circolavano sul suo conto c’era anche quella che era imprevedibile, e le mie mani in quel momento erano burro liquido e lo salutai come un bambino potrebbe dire buongiorno all’orco delle favole, ma lo guardavo ammirato, il suo vestito di seta italiana e quel volto ormai vecchio ma radioso, e lui mi sorrise e disse…
Anch’io, come lei, da giovane ho fatto il fattorino, il salumiere, lo scaricatore e tanti altri lavori, ma non sono mai stato disck-jokey, e quindi lei mi ha superato… e le mie mani si erano liquefatte, e anche la faccia diveniva di burro e dalla fronte colava…
Come era possibile che il padrone di quell’ascensore e di tutto il palazzo che ci stava attorno, come era possibile che avesse letto il curriculum di un giovane dipendente e lo riconoscesse fra tanti, e quando la porta si aprì ero pronto a salutare e a schizzare fuori, ma lui pigiò il pulsante e disse di seguirlo, e io non ero mai andato oltre il mio piano e ben pochi fra i dipendenti arrivarono nella loro vita dove arrivai io quel giorno, e attraversammo il suo ufficio e andammo sulla terrazza…
Anch’io, disse, come lei, scrivo, piccoli racconti, niente di importante, ma sa una cosa, senza quelle pagine che nessuno legge non sarei quello che sono… Da lì si vedeva l’ospedale, l’asilo, la scuola, la chiesa, il centro sportivo, e lungo tutta la spina dorsale di quella città c’era il frutto del suo lavoro.
Da lì si vedeva la vita di milioni di persone, ognuna aveva la sua storia da raccontare, ma la più bella era quella che mi stava davanti, un uomo di ottant’anni che per ciò che aveva fatto si era già comprato il paradiso.
Questa rubrica è realizzata in collaborazione con l’Associazione Culturale Il Cavedio di Varese, come ulteriore sviluppo del progetto “La vetrina da leggere”.