Paolo Roversi
L’enigma di Einstein
Piemme
Con questo titolo l’autore è giunto al quinto episodio della (non dichiarata) serie Elementary, Ricky, nome del tredicenne protagonista con lo sfizio e il vizio delle indagini insieme con l’amica (di cui è innamorato non dichiarato) Marta, nella collana Giallo e Nero. Il precedente libro ci riportava indietro alla Milano di Leonardo, mentre questo ha origine dalla morte di uno scienziato che si trovava senza ragione alcuna in un vecchio palazzo abbandonato e crollato altrettanto inspiegabilmente. Ricky e Marta intravvedono un collegamento con l’officina elettrica che Herman Einstein possedeva al civico 16 di via Antonio Lecchi vicino al Naviglio Pavese, quando il figlio Albert, ancora ragazzo, già riempiva di appunti disegni grafici calcoli matematici il suo taccuino, ora fortunosamente ritrovato dai ragazzi nei vecchi locali, accanto a veri e propri enigmi in forma di indovinelli.
Un classico indovinello di Einstein, risolto dalla brillante mente matematica di Marta, fornisce ai nostri giovani detective una chiave crittografata per entrare (letteralmente) nell’adiacente sede del laboratorio di ricerche della Syntetical Chemicals dove trovano indizi misteriosi e inquietanti, indizi da seguire come le briciole di Pollicino. Non a caso Einstein diceva: ““Se vuoi che i tuoi figli siano intelligenti, leggigli fiabe. Se vuoi che siano più intelligenti, leggigli più fiabe”. Scienza e magia possono darsi una mano.
Al centro della fitta trama di misteri segreti crimini occultamenti depistaggi e soprattutto di colossali interessi industriali ed economici c’è il Katalysator che il giovane Albert aveva pensato e messo su carta con stringhe matematiche e disegni, cioè un catalizzatore di energia capace di convertire la luce solare e l’acqua in energia pulita e non inquinante attraverso un processo chimico avanzato. Roversi intreccia da par suo fatti reali e addirittura storici con l’immaginazione secondo la formula o congettura controfattuale If: E se…che apre a ipotesi fantastiche o a invenzioni narrative anche miste a pezzi di realtà. È proprio questo l’elemento che caratterizza e contraddistingue la serie: infatti, nei precedenti volumi abbiamo via via incontrato gli Etruschi, il Barone Rosso, il Faraone Tutankhamon e Leonardo da Vinci.
I ragazzi si muovono sullo sfondo di una città riconoscibile con le sue strade e stradine, piazze e piazzette, palazzi rilucenti e case anonime, ove il movimento di persone mezzi merci può essere frenetico o avere l’andamento più tranquillo e rilassato della vita della gente comune. Intorno a loro protettive si stagliano le figure che ben conosciamo della mamma di Ricky, del fidanzato Mac, ex poliziotto e ora restauratore di velivoli d’epoca, per il ragazzo più che un fratello maggiore, un amico e modello, oltre a un ex collega ispettore di polizia in servizio (può sempre servire).
Risolto il mistero grazie alle doti di intraprendenza e coraggio, intelligenza e intuizione dei due giovani, che trovano anche il macchinario che gli scienziati (pazzi?) stavano sperimentando con catastrofiche conseguenze, il giallo si trasforma in un thriller non meno avvincente, con fughe, inseguimenti e così via. Se diciamo che tutto finisce bene non riveliamo alcunché, altrimenti come farebbe l’autore a scrivere il sesto episodio della serie Elementare, Ricky?
Da 11 anni