Alessandro Zannoni
La leggenda di Berenson
Pelledoca
Gli ingredienti dell’avventura moderna per piacere agli adolescenti più giovani ci sono tutti: i ragazzi curiosi e coraggiosi ma che hanno anche giustamente paura, un mistero, un omicidio, una cassa con un tesoro a cui danno la caccia i ragazzi, ma anche l’assassino o gli assassini con facce cattive che girano intorno, un vecchio con una cicatrice sopra l’occhio e un giovane biondo che somiglia a Malfoy padre di Draco della casata Serpeverde in “Harry Potter”, il mare come ambientazione in una darsena allo sbocco del fiume Magra. E soprattutto c’è un vecchio rimorchiatore (m. 15×4, due potenti motori Mercedes e tutta la più moderna strumentazione tecnologica) perfettamente riadattato a casa galleggiante (tre cabine e tre bagni, cucina e salotto), un po’ malandata ma facile da rimettere a nuovo lavorando di fino e di lena, che il papà di Mongi, ha comprato a una asta, tra l’entusiasmo del figlio tredicenne.
Che con un amico comincia a lavorarci e a dormirci sopra. Finché dietro le assi di una paratia trovano il diario scritto dalla vecchia proprietaria, una famosa antiquaria di opere d’arte, e interrotto proprio con la morte della donna strangolata sulla barca. Il quaderno parla di un “tesoro” in una cassa la cui chiave risiederebbe in alcuni dipinti nascosti proprio sull’imbarcazione e che, contro la volontà dell’antiquaria, sarebbe dovuto servire a far fuggire in Sudamerica alcuni tra i maggiori criminali nazisti, fra i quali il famigerato dottor Mengele. È il mistero della “leggenda di Berenson”.
Tutti cercano il tesoro: i ragazzi a cui si è aggiunta una ragazzina che amoreggia con Mongi, delinquenti, agenti del Nucleo per la Tutela del Patrimonio Culturale, in un finale con colpi di scena a ripetizione in cui l’avventura prende il sopravvento sull’indagine al momento in cui i ruoli sono chiari (ma sono proprio chiari?). Per la soluzione non guasta un aiutino, un elemento sovrannaturale che in un noir sarebbe esecrabile e inaccettabile, ma in un libro per ragazzi ci può stare.
Da 11 anni