Librandosi 2010, com’è andata?

Libri e vacanze sono un binomio di successo consolidato e quando ad incarnarlo nelle sere d’estate del Lido degli Estensi (FE), all’interno della fortunata rassegna letteraria di “Librandosi” sono grandi nomi della narrativa di genere giallo-noir, l’atmosfera è quella di un grande evento culturale.

La seguitissima rassegna, giunta alla sua seconda edizione e curata da Querce Project, ha il pregio di aver avvicinato i turisti dei Lidi comacchiesi alla cultura, obiettivo pienamente centrato dai lungimiranti pionieri della manifestazione, Marcello Simoni, giovane scrittore comacchiese e Leonardo Romani, giovane libraio. La serata inaugurale ha visto ospiti  Barbara Baraldi ed Eliselle Elisa.

Nel grande salotto letterario di “Librandosi”, allestito nei pressi della libreria “Le Querce del Lido Estensi si sono dati appuntamento, tra gli altri, due mostri sacri del genere giallo-noir nostrano, legati peraltro da un’amicizia ventennale: Carlo Lucarelli ed Eraldo Baldini.

Hanno presentato le loro ultime fatiche letterarie (“Ottava vibrazione” il primo e “Come il lupo” il secondo, edite da Einaudi), in una serata avvincente, dove il racconto di misteri insoluti, delitti orrendi, intrighi, colpi di scena, suspance, fatti di cronaca, descrizione di macabre scene del crimine si sono intrecciati alla conversazione e ai ricordi tra amici. Durante l’avvincente dibattito i due scrittori hanno riconosciuto che ciò che li accomuna è “l’aver reso la propria terra, i luoghi cari dell’Emilia Romagna, uno sfondo credibile, forte per storie che fanno paura,-ha dichiarato Lucarelli – perché noi ficchiamo il naso, dove vanno i poliziotti, gli scienziati, a sondare il mistero, – ha poi aggiunto il giallista- che è la parte più nascosta della Natura umana e della nostra società”.

La scrittura, quella di suspance, propria della narrativa gotica di Baldini, ma anche del giallo “induce l’autore a vivere in sospeso – ha sottolineato lo scrittore ravennate- come se fosse una possessione, sino a che non ha terminato l’opera.”

Un pubblico molto attento, oltre che numeroso ha seguito tutti gli appuntamenti della rassegna di Librandosi, che ha ospitato anche Franco Forte, autore del romanzo storico “Chartago” (ed. Mondadori) ed Alfredo Colitto, che ha presentato il suo “I discepoli del fuoco”(ed. Piemme). L’idea di partenza del romanzo storico di Alfredo Colitto consiste nell’ipotesi che in pieno Medioevo, nella Bologna del Trecento, fosse emersa un’eresia. “Essendo un thriller ci ho messo dentro omicidi e per renderlo originale – ha rivelato lo scrittore – ho pensato che i miei protagonisti bruciassero sì con il fuoco, ma dall’interno.”Chartago di Franco Forte invece si focalizza sulla seconda guerra punica e sullo scontro diretto tra due grandi condottieri, Annibale e Pubblio Cornelio Scipione. “A me premeva raccontare non le grandi gesta, ma la vita di due personaggi e questo è proprio il senso del romanzo storico” – ha ammesso lo scrittore. Entrambi gli autori hanno riconosciuto quanto sia difficoltoso scrivere un romanzo storico, che è sempre la sintesi più compiuta di una lunga documentazione storica, ma è fatto anche di emozioni, sentimenti e personaggi, nell’intimità dei quali il narratore deve scavare, indagare, perché “noi siamo narratori e non storici” – ha dichiarato Colitto.

“Librandosi” ha anche ospitato due autori emiliani, l’esordiente Massimo Vitali e la bolognese Grazia Verasani, cantautrice con al suo attivo già otto romanzi, che ha presentato il suo giallo “Quo Vadis baby” (Mondadori), che vede protagonista una detective privata, Giorgia Cantini “diffidente, sospettosa, chiusa antitetica alla figura della sorella, così avida di vita, sino a togliersela” – ha dichiarato la scrittrice. Il giallo prende le mosse dal rinvenimento di una scatola di vecchie lettere della sorella Ada, morta suicida a Roma ancora giovanissima, ostaggio di un sogno infranto, quello di diventare una famosa attrice.

Auto-ironico, sarcastico, sempre con la battuta sferzante pronta da scagliare, il giovane Vitali invece ha parlato d’amore, senza parlarne…Una stravagante perifrasi che racchiude la giocosità de “L’amore non si dice” (Fernandel), romanzo epistolare d’esordio del narratore che ha illustrato al pubblico alcuni tra i rocamboleschi espedienti e le accurate peripezie stilistiche di Edoardo che, innamorato di Teresa, conosciuta in piscina durante un corso per diventare bagnino, scrive a raffica raccomandate traboccanti d’amore alla sua amata. Ad un certo punto sopraggiunge l’ordine perentorio di non scrivere più raccomandate, ma semmai lettere ordinarie e di non parlare mai più d’amore. “C’è troppa tristezza nella vita – ha commentato Vitali- e anche nella letteratura, che è lo specchio della vita. La voglia di leggerezza anima il romanzo – ha aggiunto – che diventa così una sfida incredibile per far capire l’amore parlando del frigorifero, dei ladri, di ricette, etc…”

La riuscita rassegna letteraria ha ospitato anche una scienziata, Sabrina Mugnos, geochimica astrobiologa, esperta di civiltà antiche, che ha in comune con i giallisti il ricorso al metodo investigativo per le sue ricerche, unito al rigore scientifico. La Mugnos ha presentato “I Maya e il 2012” (Macro Edizioni), che è il frutto di sette anni di studio e di esplorazioni in America Centrale, nella terra, nella cultura e tra i reperti, che ci ha consegnato questa antica civiltà pre-colombiana. La data fatidica del 2012 attribuita alla fine del mondo, non sarebbe stata rinvenuta in alcuna delle fonti oggetto di studio. E’ tuttavia risaputo che i Maya erano ossessionati dal concetto del tempo, del quale avevano colto la ciclicità, inventando un sistema calendariale a lungo computo. Di questo e di molto altro si occupa la scienziata nel suo libro.

Un evento di spicco è dunque Librandosi nel panorama culturale estivo a livello nazionale e c’è da scommettere che la prossima edizione ci riserverà molte altre sorprese e suspance, tanto per restare in linea con il genere giallo-noir che ha sposato.

Katia Romagnoli

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